I complessi – Il Fatto Quotidiano

Per dire com’è cambiato il vento dopo l’arresto di Messina Denaro e la momentanea ritirata dei finti garantisti (tranne quel genio di Nordio, che insiste a prendere a cornate i muri), ieri abbiamo ricevuto due furibonde richieste di rettifica: una dallo studio Previti, l’altra da Totò Cuffaro. Gli avvocati Cesare, Stefano e Carla Previti si dolgono perché abbiamo scritto che l’avvocata Antonia Postorivo, moglie dell’ex senatore FI Antonio D’Alì (ora in carcere per scontare 6 anni definitivi per mafia, come referente di Messina Denaro), ha lavorato in passato nel loro studio. Precisano che la notizia “è radicalmente falsa”, ne chiedono la rettifica e la rimozione dal web. Ne prendiamo atto e li accontentiamo subito. Ma ci saremmo aspettati che a smentirla con sdegno fosse la Postorivo che, essendo incensurata, potrebbe dolersi dell’accostamento a Previti, pregiudicato (8 anni e 6 mesi) per corruzione giudiziaria per aver comprato un giudice e due sentenze (Imi-Sir e Mondadori) e radiato dall’Ordine. Invece è il pregiudicato che s’offende per l’accostamento all’incensurata (nonché moglie di uno che sedette con lui in Parlamento nei banchi di Forza Italia dal 1994 al 2007).

Poi c’è Cuffaro, offesissimo perché abbiamo scritto che il medico di Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, ora indagato, fu consigliere provinciale Udc e nel 2006 si candidò alla Regione per sostenere Cuffaro. Siccome è tutto vero, Totò Vasa Vasa giura di non aver “mai conosciuto o incontrato il dott. Tamburello”. Infatti noi parlavamo di Tumbarello. Ma ci aspettavamo che, se proprio qualcuno doveva offendersi, fosse l’incensurato Tumbarello per l’accostamento a Cuffaro, pregiudicato (7 anni) per favoreggiamento al boss Guttadauro, fedelissimo di Messina Denaro. Invece, nell’Italia alla rovescia post-MMD, è il pregiudicato Cuffaro che s’incazza se lo accostano all’incensurato Tumbarello (che lui chiama Tamburello).

Sembra il sequel dell’episodio de I complessi, con Ugo Tognazzi nei panni di Gildo Beozi, un boiardo di Stato molto bigotto che moraleggia a destra e manca. Ed, essendo quasi omonimo del playboy Guido Beozi che impazza sulle cronache mondane, a ogni sua impresa scrive ai giornali per precisare di non avere nulla a che fare con il noto libertino. Un giorno però, per un tragicomico equivoco, viene coinvolto in una retata della Buoncostume in un gay- party. L’indomani i giornali lo immortalano avvinghiato a un gruppo di giovanotti discinti, con una breve nota a piè di pagina: “Riceviamo e pubblichiamo: ‘Il noto playboy Ing. Guido Beozi tiene a precisare di non avere niente a che fare con il Prof. Gildo Beozi e di non essergli parente né in linea retta né in linea collaterale’”.

Sorgente: I complessi – Il Fatto Quotidiano

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