L’Aeroporco

L’editoriale di Marco Travaglio

L’Aeroporco

Non bastava il biglietto da visita che l’Italia esibisce ai turisti stranieri (noi ormai ci abbiamo fatto il callo) nelle stazioni ferroviarie ridotte a porcilaie da favelas e ammassi di carne umana in file disumane sotto la canicola o i nubifragi a caccia di un taxi che non c’è. Infatti il cosiddetto ministro dei Trasporti Salvini ha annunciato “con orgoglio e commozione” nella location più consona, la masseria di Vespa, l’ultima ideona per migliorare la nostra immagine nel mondo: l’aeroporto di Malpensa, cioè lo sterminato e inutile obitorio in marmo verde eretto in quel di Lonate Pozzolo al tramonto della Prima Repubblica a maggior gloria di Tangentopoli e Sprecopoli, sarà intitolato a Silvio Berlusconi. Cioè al primo e finora unico premier del mondo libero espulso dal Parlamento per una condanna definitiva per frode fiscale, oltre a nove prescrizioni e a una sentenza che immortala i suoi finanziamenti a Cosa Nostra fino al 1992, l’anno delle stragi. Ora Dagospia parla addirittura di “aeroporco”. E il Pd protesta vibratamente per la “scelta inopportuna” di B., “uomo divisivo con una storia molto ambigua”. E in effetti, quando pensi a B., il primo aggettivo che ti viene in mente è “divisivo” e il secondo è “ambiguo” (chiedendo scusa alle signore). Grande è invece l’esultanza del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, per il “giusto tributo”: scelta lessicale quantomai appropriata per un frodatore fiscale. Si era anche pensato di omaggiare B. dedicandogli una strada di Milano o di Arcore, ma “Via Berlusconi” sarebbe suonato equivoco. L’ideale era la tangenziale, ma si è temuto di discriminare gli altri tangentari.

La nuova toponomastica aeroportuale consentirà agli stranieri di fare scalo al “Berlusconi” e proseguire, volendo, verso Palermo atterrando al “Falcone e Borsellino”: prima il finanziatore degli stragisti, poi le loro vittime. Altri suggestivi accostamenti potranno sorgere fra il Berlusconi e il Sandro Pertini, o il Cristoforo Colombo, o il Marco Polo, o il Guglielmo Marconi, o il Galilieo Galilei. Senza dimenticare lo scalo più importante di Parigi che i francesi, insensibili agli avanzi di galera, intestarono inspiegabilmente a Charles de Gaulle anziché ad Arsène Lupin. Ora restano da battezzare altri aeroporti. Linate, in omaggio alla par condicio, sarebbe perfetto per Marcello Dell’Utri, l’ex senatore e braccio destro di B. pregiudicato per concorso esterno in mafia, che fra l’altro proprio di lì decollò il 24 marzo 2014 per sfuggire all’arresto volando a Parigi e poi a Beirut, luogo prescelto per la sua latitanza. Lo scalo di Ciampino potrebbe andare a Francesco Lollobrigida per motivi più ferroviari che aeronautici. Pratica di Mare invece spetta di diritto a Chico Forti e a Giorgia Meloni, ex aequo.

 

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Una risposta a “L’Aeroporco”

  1. Come Italiano che vive all’estero quando sento e leggo di queste notizie non posso che provare una profonda vergogna, mi consola solo il pensare, con riconoscenza, che sono anche cittadino di un’altro Paese, questa sì una bella eredità che lascio ai miei figli.

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