L’ultimo pirla

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L’editoriale di Marco Travaglio

L’ultimo pirla

Il nostro lettore, che ha la fortuna di non dover leggere i giornaloni, non sa chi è il loro nuovo beniamino: Tajani. Che vanta una quantità di interviste, citazioni e commenti benevoli almeno pari alla buonanima di Renzi. Soprattutto da quando FI, unico partito governativo, ha votato la von Sturmtruppen con il Pd, i Verdi e i centristi (quelli europei: quelli italiani almeno al Parlamento europeo si sono estinti), mentre FdI e Lega le dicevano No con 5Stelle e SI. La cosa ha eccitato gli onanisti dell’ammucchiata, che sognano contro la Meloni una nuova “maggioranza Ursula” detta anche “alleanza di scopo”: un blob raccapricciante che va da FI al Pd passando per i centrini e tagliando fuori i non-allineati (destre, M5S e quel che resta della sinistra). L’ha scritto Stefano Folli su Rep, lodando l’“abilità tattica di Renzi” e il “lento spostamento a sinistra (sic, ndr) di FI, sospinta dalla famiglia Berlusconi al di là delle cautele di Tajani”, e intimando al Pd di “scegliere tra Renzi e i 5S”: infatti alla Schlein conviene un sacco imbarcare il noto voltagabbana sfollagente che ha tradito tutti, anche se stesso, per il balsamico “rafforzamento dell’area centrista”. Una prospettiva così terrificante che costringerebbe persino noi a difendere il governo Meloni come male minore.

Manca solo la mappa dei due tesori nascosti – le “praterie moderate” e l’“agenda Draghi” – ma arriverà presto. Infatti non passa giorno senza leggere sui giornaloni grandi leccate all’astuzia di Elly che abbraccia Renzi, alla leadership di Tajani novello Churchill e al trust di cervelli Pier Silvio-Marina, che poi sono i nuovi Palmiro Togliatti e Nilde Iotti. Per non urtare i due eredi di B., tutti fingono di dimenticare che è lui lo spirito-guida delle tre destre governative nei loro conflitti d’interessi, nei loro attacchi ai giornalisti e ai magistrati e nelle loro schiforme giudiziarie e costituzionali. E tirano in ballo Orbán, che non c’entra nulla. E annunciano come good news la campagna acquisti di FI tra gli eletti di Azione (ma il trasformismo parlamentare non era un male da combattere?) e il pranzo fra Tajani e i due Berlusconi più Confalonieri (come se il trio Biscione fosse un soggetto politico e il conflitto d’interessi politica-affari non fosse il cancro d’Italia; poi naturalmente tutti a prendersela con gli Angelucci, il cui conflitto d’interessi è brutto solo perché stanno con Meloni e Salvini). Sul flirt fra Schlein e Renzi ha già detto parole (una volta tanto) definitive Calenda: “Pensavo di essere l’ultimo ‘pirla’ che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura dal punto di vista psicologico. L’unica cosa che mi sento di dire è in bocca al lupo a Schlein”. Nella politica italiana, i pirla non sono mai gli ultimi: sono sempre i penultimi.

 

Sorgente ↣ : L’ultimo pirla – Il Fatto Quotidiano

 

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