Gli stragisti buoni

L’editoriale di Marco Travaglio

Gli stragisti buoni

Davvero arrapante il dibattito politico-genetico sulla pugile italiana che si ritira dopo il primo papagno dell’Ivana Draga algerina e prima che i seguenti la mandino in ospedale, fra la destra che finora decideva il sesso in base agli organi genitali alla nascita e ora punta tutto sui cromosomi XY, e la sinistra che attacca l’atleta perché, evitando di farsi spolpettare, fa il gioco della destra e, ça va sans dire, di Putin. Ancor più appassionante il dibattito politico-archeologico sulla matrice della strage di Bologna, fascista-piduista per tutte le sentenze (e ora, buoni ultimi, pure per Meloni e La Russa), che nel 2024 insegue ancora le leggende sui segreti di Stato (inesistenti sul punto) e sui legami con l’attuale governo tramite Meloni e Colosimo (che nel 1980 avevano rispettivamente 3 e meno 6 anni), mentre notoriamente quelli della Dc e di B. non c’entravano nulla con la strategia della tensione, i servizi deviati e la P2. Siccome siamo lievemente più sensibili ai neofascismi e agli stragismi attuali, segnaliamo un paio di notiziole.

La prima la dà al Corriere il politologo russo Sergej Markov sul piano eversivo di Kiev svelato il 12 luglio dal ministro della Difesa russo Andriy Belousov nella telefonata all’ignaro omologo Usa Lloyd Austin, che secondo il NYT l’ha stoppata: “I servizi segreti ucraini progettavano attentati ai figli di altolocati funzionari russi”, “atti terroristici” che la Cia avrebbe fermato pure “ai tempi dell’Urss”. Se non fosse smentita – difficile, visto che i servizi ucraini hanno già eliminato a Mosca con un’autobomba Darya Dugina, figlia del filosofo Alexander Dugin – qualcuno dovrebbe domandare che uso fa Kiev dei 350 miliardi di dollari inviati in due anni e mezzo fra armi e fondi perduti da Nato e Ue: stiamo finanziando e armando uno Stato terrorista, o abbiamo capito male? La seconda notizia è Andriy Yusov, portavoce del Gur (il servizio segreto militare ucraino), che rivendica in tv il supporto a una strage in Mali, dove i ribelli secessionisti tuareg legati a Isis e al Qaeda hanno ucciso decine di soldati governativi e miliziani russi della Wagner grazie alle “informazioni – e non solo informazioni – necessarie a condurre un’operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi”. Infatti il generale Budanov, capo del Gur, ordinò di “punire i criminali di guerra russi nel mondo, ovunque siano”. Inclusi, disse, i “giornalisti propagandisti”, cioè non usi a copiare le veline di Zelensky. Il Kyiv Post ha pubblicato foto degli islamisti separatisti con le bandiere ucraine. A parte la barzelletta di un governo che nega l’autonomia al Donbass e poi fiancheggia i separatisti del Mali, i servizi ucraini che destabilizzano un Paese sovrano in Africa li paghiamo e li armiamo noi, o abbiamo capito male?

 

Sorgente ↣ : Gli stragisti buoni – Il Fatto Quotidiano

 

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