Le stragi bianche

L’editoriale di Marco Travaglio

Le stragi bianche

La sinistra ha fatto (parzialmente) i conti col terrorismo rosso almeno da quando Rossana Rossanda, in pieno sequestro Moro, sfatò il tabù delle “sedicenti Brigate Rosse”, spacciate da molti per nere travestite, e ammise che leggendone i volantini “sembra di sfogliare l’album di famiglia”. Il Pci, che appoggiava il governo Andreotti di “solidarietà nazionale”, condannò e isolò subito i “compagni che sbagliano”. Lo stesso fece il capo del Msi Almirante col suo album di famiglia insanguinato (soprattutto in Ordine nuovo del rivale Rauti), ma senza troppe parole perché era fuori dall’“arco costituzionale”: come racconta Padellaro, vide più volte Berlinguer per scambiarsi notizie ed evitare guai peggiori. Ora che a Palazzo Chigi e a Palazzo Madama siedono gli ex missini Meloni e La Russa, hanno dovuto citare – pur fra mille distinguo – le sentenze sulle stragi neofasciste, da Bologna all’Italicus. Il potere esecutivo e legislativo deve attenersi ai verdetti di quello giudiziario. Perciò, quando la Meloni stese il tappeto rosso a un condannato per omicidio, la criticammo aspramente: un cittadino può pensare che Forti o i Nar siano innocenti e agire di conseguenza, un premier no. Ora l’ineffabile Mollicone di FdI definisce le sentenze su Bologna “teoremi per colpire la destra” e rilanciando la bufala palestinese. È una scemenza, ma ha il diritto di dirla, non essendo una carica dello Stato. Ed è una scemenza anche invocarne l’espulsione, come si fa da sinistra. Sennò la sinistra dovrebbe espellere chiunque contesti la condanna definitiva dei lottatori continui Sofri, Pietrostefani&C. per l’omicidio Calabresi e rompere i rapporti con i giornali, da Repubblica al Foglio, che ospitavano od ospitano il mandante di quel delitto e con i commentatori che lo difendono. Per non parlare degli avvocati d’ufficio di quell’altro galantuomo di Battisti.

Le sentenze si possono contestare eccome, purché con critiche documentate. Quella sulla trattativa Stato-mafia non sta in piedi e l’abbiamo scritto. Così tante altre. Ma soprattutto le sentenze vanno lette. Freda e Ventura furono assolti per piazza Fontana, poi si scoprì che erano stati loro, ma non potevano più essere processati: assolti, ma colpevoli. Per l’Italicus sono stati tutti assolti grazie ai depistaggi di Servizi e P2: il che non vuol dire che non sia stato nessuno. Ora che pure la destra fa i conti con l’album di famiglia, mancano all’appello solo gli eredi di chi lucrò sulle stragi. E non sono né neri né rossi: stavano nella P2 (tipo B., per dire) e nella Dc e nei partiti alleati che nominarono i capi deviati dei Servizi e sviarono indagini e processi per garantire l’impunità non alla bassa manovalanza di tanti giovani di destra e di sinistra, ma ai mandanti e agli utilizzatori finali. Cioè a se stessi.

 

Sorgente ↣ : Le stragi bianche – Il Fatto Quotidiano

 

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