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C’è un filo rosso che lega Ursula von der Leyen, Mario Draghi e Giorgia Meloni. La premier italiana proprio ieri ha ricevuto l’ex banchiere a Palazzo Chigi per un incontro pianificato da tempo. Tanto la presidente della Commissione Ue quanto la presidente del consiglio italiana scopiazzano l’agenda Draghi nella sua parte peggiore: gli investimenti nella difesa e quelli sull’energia nucleare.
Un modello di sviluppo, insomma, fondato su un’economia di guerra e il superamento del Green Deal.
Svelando la sua nuova squadra, la tedesca ha ribadito la volontà di seguire “le raccomandazioni” dell’ex presidente Bce per un’Europa “più fluida, più interconnessa, più coordinata”.
L’invito di Ursula ai commissari Ue a copiare Draghi
Un impegno riflesso in tutte le lettere di missione con le quali Ursula ha investito i suoi nuovi commissari designati, chiamati ad attingere a piene mani dal documento redatto da Draghi.
Il danese Dan Jorgensen sarà il commissario all’Energia e nella sua lettera d’incarico von der Leyen lo ha pregato di spingere l’espansione dei “reattori nucleari modulari di piccole dimensioni”, tecnologia controversa e nascente destinata a rendere le centrali nucleari più accessibili e veloci da costruire. Ovvero quanto ha raccomandato l’ex numero uno di Francoforte.
Parlando dopo la sua nomina, il neo commissario alla Difesa, il lituano Andrius Kubilius, ha invitato l’Ue “a fare passi coraggiosi” per raccogliere le ingenti somme necessarie a rafforzare l’industria della Difesa mentre la Russia si affretta a riarmarsi. Kubilius, noto falco sia nei confronti di Mosca che di Pechino, inserisce anche i defence bond.
Meloni vede Draghi: sintonie e somiglianze
E veniamo a Meloni. Dopo aver visto Draghi, una nota diffusa da Palazzo Chigi dice che al centro del lungo colloquio c’è stato “un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il Governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie – dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni – senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune”.
Sull’addio al Green deal Meloni conquista le imprese
La premier, ieri, ha strappato gli applausi degli imprenditori riuniti nell’assemblea di Confindustria con l’invito a superare il Green Deal.
“Sono d’accordo – ha dichiarato Meloni – con Orsini (presidente di Confindustria Emanuele Orsini, ndr) lo ringrazio per essere stato molto chiaro su questo, sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo: decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione, ha detto, è una debacle. è così”.
Meloni cita esplicitamente Draghi. “Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita”, dichiara la premier.
Nucleare, che passione!
E poi l’abbraccio mortale al nucleare. “Abbiamo bisogno di tutte le tecnologie per trasformare l’economia da lineare a circolare. E tutte le tecnologie utili alla transizione devono essere prese in considerazione, quelle in uso, quelle che sperimentiamo e quelle che dobbiamo ancora scoprire: le rinnovabili ma anche gas, biocarburanti, idrogeno, la cattura di anidride carbonica, senza dimenticare il nucleare”, spiega Meloni.
E sul nucleare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha garantito: “Entro la fine dell’anno contiamo di avviare l’iter legislativo per le nuove regole”.
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