L’Unione europea si rimette l’elmetto contro Putin


Davanti alla guerra in Ucraina, che va avanti da quasi tre anni, e alla nuova Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen, determinata a mostrare i muscoli, l’Unione europea si appresta ad aumentare in modo considerevole il proprio supporto alla resistenza di Volodymyr Zelensky. Questo, salvo colpi di scena a dir poco improbabili, verrà ufficializzato nella plenaria di domani all’Europarlamento, durante la quale sarà votata la risoluzione intitolata ‘Continued financial and military support to Ukraine by Eu Member States’.

Il documento, frutto di una lunga negoziazione tra i gruppi dell’Europarlamento e di cui La Notizia ha preso visione, segna un vero e proprio salto di qualità nel supporto alle autorità di Kiev.

L’Unione europea si mette l’elmetto: domani il voto sulla risoluzione per il supporto all’Ucraina

Nel testo, al punto 5, si “invita tutti gli Stati membri ad aumentare i loro finanziamenti per l’Ucraina e ad astenersi dal diminuire i loro contributi”, ribadendo “la ferma convinzione che la Russia debba fornire un risarcimento finanziario per i danni causati in Ucraina”. Per questo la risoluzione “accoglie con favore la decisione del Consiglio di destinare le entrate straordinarie derivanti dai beni statali russi immobilizzati al Fondo di assistenza per l’Ucraina e allo Strumento per l’Ucraina, nonché la decisione del G7 di offrire all’Ucraina un prestito di 50 miliardi di dollari garantito da beni statali russi immobilizzati”.

Al punto 7 si “ribadisce che l’Ucraina, in quanto vittima di aggressione, ha il legittimo diritto all’autodifesa in linea con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite” e si ricorda “che la significativa, sebbene ancora insufficiente, assistenza militare fornita dall’UE, dagli USA e dai partner che la pensano allo stesso modo è concepita per consentire all’Ucraina di difendersi efficacemente da uno Stato aggressore e di ristabilire il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale”.

L’Unione europea chiede ai Paesi Ue di dare il via libera agli attacchi in Russia

Fin qui, nulla di nuovo: tra condanne dell’offensiva scatenata da Vladimir Putin e la conseguente ulteriore pioggia di forniture militari a Kiev. Tuttavia, è guardando all’ottavo punto della risoluzione che si comprende il significativo cambio di passo impresso da Strasburgo nel supporto all’Ucraina. Qui, infatti, si legge l’invito agli “Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso di sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, che ostacolano la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa secondo il diritto internazionale e lasciano l’Ucraina esposta ad attacchi alla sua popolazione e alle sue infrastrutture”.

Mentre gli Stati Uniti di Joe Biden tentennano, temendo che un eventuale via libera a colpire in Russia possa causare il coinvolgimento della NATO, e il Regno Unito di Joe Starmer adotta la stessa cautela, l’Europa va in controtendenza e si mette in prima linea.

The Left non ci sta e presenta quattro emendamenti

Un testo che non piace al gruppo di The Left, di cui fa parte il Movimento 5 Stelle, che ha preparato e intende presentare quattro emendamenti firmati dagli eurodeputati Danilo Della Valle, Pasquale Tridico, Giuseppe Antoci, Dario Tamburrano, Caterina Morace, Valentina Palmisano, Mario Furore e Gaetano Pedullà.

Il primo emendamento rinnova le preoccupazioni “per le relazioni tra settori dell’esercito ucraino e gruppi neonazisti in altri paesi europei”, sottolineando “l’inazione del governo ucraino nel perseguire e impedire raduni come quello avvenuto a Leopoli il 24 agosto 2024 sotto il nome di Nazione Europa”, a cui “hanno partecipato diversi rappresentanti di organizzazioni neonaziste sia degli Stati membri dell’UE che dell’Ucraina”. Nel secondo emendamento si legge la “condanna e la forte opposizione a qualsiasi nuova consegna di armi e al sostegno militare da parte degli Stati membri dell’Ue”.

Il terzo esprime “profonda preoccupazione per il fatto che, come conseguenza dell’escalation del conflitto, l’UE e i suoi Stati membri stanno promuovendo un’economia di guerra a scapito dell’economia sociale”. Il quarto emendamento invita la “Commissione e l’Alto rappresentante a promuovere una conferenza internazionale di pace che coinvolga tutte le parti interessate dal conflitto”.



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