i ristoranti giusti per il tuo stile

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A Milano arriva l’attesissima Fashion Week che restituisce al capoluogo meneghino tutta quell’atmosfera di metropoli fancy che affascina le persone da ogni parte del mondo. Dopotutto è la capitale italiana della moda ed uno dei centri mondiali di questo determinato segmento dell’esistenza. Ma tra una sfilata e l’altra dov’è che vanno a mangiare gli appassionati della moda che popolano la città della Madonnina? Ovviamente nei ristoranti glamour ma di livello che animano la piazza lombarda

I migliori ristoranti da provare durante la Milano Fashion Week

La Milano Fashion Week è uno degli eventi più importanti e prestigiosi nel mondo della moda, insieme a quelle di Parigi, New York e Londra. Si tratta di una manifestazione che si tiene due volte l’anno, a febbraio e a settembre, nel cuore di Milano. Durante la Milano Fashion Week i più grandi stilisti e le case di moda italiane e internazionali presentano le loro nuove collezioni. Sfilate, presentazioni, showroom e party animano la città per una settimana intera, attirando buyer, giornalisti di moda, influencer e appassionati da tutto il mondo. Ma cosa mangiano tutte queste persone? Vediamo i migliori ristoranti per ogni tipologia di appassionato.

Il classico: Fòla, Rovello 18 e Pastamadre

Lo stile classico, sinonimo di sobrietà ed eleganza, è caratterizzato da linee pulite e colori neutri. Capi come tailleur, pantaloni a palazzo e abiti a tubino, realizzati con tessuti pregiati, sono i must-have di questo stile senza tempo, perfetto per trasmettere professionalità e raffinatezza. Di questa corrente fanno parte esponenti storici come Yves Saint Laurent, Giorgio Armani e Gabriela Hearst. Milano è piena di ristoranti con queste caratteristiche e non per forza parliamo di ristoranti antichi, anzi.

Fòla

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Foto da Instagram

Si trova nel cuore pulsante di NoLo ed è una bottega, forse qualcosina di più. Si spazia dai dolci più golosi (facci un salto a colazione) a proposte salate salutari e sostenibili. Dai classici baulus al pain au chocolat, fino a vellutate e piatti vegetariani, ogni creazione è un tripudio di sapori freschi ed equilibrati. L’ambiente minimal chic e l’accoglienza calorosa completano un’esperienza davvero da provare. Le chef sono Orchid Nipay e Jessica Moscatto, due giovani donne che stanno portando in una città notoriamente costosa, un concetto di ristorazione sostenibile sia per l’ambiente sia per le tasche delle persone. Qui puoi mangiare con circa 20 euro.

Indirizzo: Via Luigi Varanini, 12

Rovello 18

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Foto da Instagram

È un ristorante classico italiano, è accogliente, curato, con inserti in legno e un personale molto ben formato e discreto. Parliamo di italianità e non di milanesità perché sebbene ci siano alcune specialità locali la maggior parte dei piatti sia d’impronta mediterranea. Lo chef Michele De Liguoro ha ideato una carta molto eterogenea con i primi a circa 16 euro e i secondi a circa 29 euro, il tutto è molto sobrio ed estremamente goloso. Ottima anche la carta dei vini.

Indirizzo: Via Tivoli, 2

Pastamadre

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Foto da Instagram

Chef Francesco Costanzo prima di mettersi in cucina era un fotoreporter e ha messo in questo locale, aperto nel 2012, tutto il suo passato: in primis la sua Sicilia. Il  ristorante ha conquistato il cuore dei milanesi con la sua atmosfera accogliente e familiare. Travi in legno, tubi di cartone a vista e un’illuminazione calda creano un ambiente rilassato e informale. In menu Costanzo propone una cucina siciliana autentica, con piatti della memoria come la pasta con le sarde e la stigghiola, realizzati con ingredienti freschi e di stagione. Un viaggio gastronomico che rievoca i sapori dell’isola. Per un primo e un secondo il prezzo è di circa 35 euro.

Indirizzo: Via Bernardino Corio, 8

Il bon ton: Joia, Altatto e Slow Sud

Lo stile bon ton si distingue per l’uso di tessuti naturali come lana, cotone, lino e seta, con capi floreali e femminili che lo rendono romantico e sempre attuale, indipendentemente dall’età. Tra i capi più iconici troviamo il tubino nelle tonalità nero, blu o pastello, realizzato con tessuti leggeri e fluidi. I pantaloni capri e a sigaretta sono molto comuni, così come le camicie con fiocchi o rouches, spesso abbinate a golfini e maglie con scollo a barca o classico. Reso immortale da Audrey Hepburn, ha visto il suo massimo splendore probabilmente negli anni ’50 con Christian Dior e la Givenchy, leggendaria maison francese. Chi segue questa moda probabilmente è attratto dalle cucine raw e vegetariane, dai toni pastello e dalla buona tavola con un occhio alla linea.

Joia

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Foto da Instagram

Non possiamo che cominciare dal primo stellato vegetariano in Europa, macaron ottenuto nel lontano 1996 da Pietro Leemann che proprio l’anno scorso ha ceduto le redini del ristorante ai suoi allievi per trasferirsi in Svizzera e diventare un monaco Krishnaita. Basterebbe questo per individuare la tipologia di ristorazione che ci si deve aspettare in questo locale. I menu degustazione costano 140 euro ma c’è un’incredibile formula pranzo a 30 e 35 euro per quattro o cinque piatti: rapporto qualità-prezzo inarrivabile a Milano (e non solo), soprattutto se pensiamo che si tratta di un ristorante stellato. Il menu è per l’80% vegano e senza glutine, i piatti sono molto onirici ma al contempo concreti e raccontano molto del percorso spirituale dello chef e della consapevolezza raggiunta da tutto lo staff: il Joia non è un semplice ristorante ma un vero avamposto di cultura e filosofia.

Indirizzo: Via Panfilo Castaldi, 18

Altatto Bistrot

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Foto da Instagram

Altatto è un omaggio alla terra e al lavoro artigianale. In un’ex panetteria milanese, Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri (allieve proprio del già menzionato Pietro Leemann) propongono una cucina vegetariana e vegana che rispetta i ritmi della natura e valorizza i prodotti locali. Menu degustazione stagionali (55 e 60 euro ma i prezzi possono variare a seconda delle stagioni), piatti creati con materie prime di qualità e una collaborazione con artigiani locali: Altatto è un’oasi di gusto e sostenibilità nel cuore della città che non si ferma mai per antonomasia.

Indirizzo: Via Comune Antico, 15

Slow Sud

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L’obiettivo di questo ristorante è rendere conviviali i pasti veloci, rispettando i tempi dei clienti e la qualità delle materie prime. Come puoi immaginare dal nome, il locale è a trazione meridionale (nella comunicazione c’è scritto proprio “terroni“): ci sono tanti piatti della tradizione del Sud, quasi tutti rivisitati in chiave moderna con quel tocco di fashion che tanto piace alla clientela milanese. Le sedi sono ben 3 e lavorano tutte molto bene: una in zona Porta Genova (la sede che abbiamo visitato), una in De Angeli e una in Duomo. Il prezzo medio è di circa 25 euro.

Indirizzo: Via delle Asole, 4

Il vintage: La Brisa, Antica Osteria il Ronchettino e Trattoria del Nuovo Macello

Chi segue la moda vintage è spesso una persona con una spiccata attenzione all’originalità e alla storia della moda. È qualcuno che apprezza l’unicità dei capi d’epoca, preferendo indossare abiti che abbiano un significato storico o un’estetica legata a un particolare periodo piuttosto che seguire le tendenze moderne e di massa. Vediamo allora quali sono i migliori ristoranti che fanno fede alla grande tradizione meneghina.

La Brisa

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Foto dal sito ufficiale

Un’oasi di tranquillità nel cuore della città. Un luogo dove sentirsi a casa, coccolati da un’atmosfera accogliente e da un servizio impeccabile. La scelta tra le sale interne e il giardino coperto permette di trovare sempre l’ambiente perfetto per ogni occasione. La cucina propone piatti leggeri e gustosi, con richiami alla cucina orientale e balearica. Il maialino da latte croccante, ormai un piatto cult, è solo una delle tante delizie che si possono gustare. Pur non essendo tipicamente classico milanese, è ormai un punto di riferimento per tutti quelli che cercano cose buone in un’atmosfera che ricorda le vecchie trattorie di una volta. Il menu degustazione costa 68 euro.

Indirizzo: Via Brisa, 15

Antica Osteria il Ronchettino

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Foto da Instagram

Si narra che il nome di questo ristorante sia legato a un curioso aneddoto: Napoleone, durante uno dei suoi viaggi, si sarebbe fermato proprio qui a causa di uno zoccolo (ronchetto) rotto del suo cavallo. In questo luogo, un tempo stazione della posta, oggi sorge un ristorante di gusto dove la tradizione culinaria lombarda incontra un’atmosfera elegante e rustica. Specialità come le cervella fritte e la cotoletta alla milanese “imperiale” (82 euro, sigh) sono un must per gli amanti dei sapori autentici. A parte la cotoletta imperiale che ha un prezzo molto alto, il resto del menu ha costi relativamente contenuti: i primi a circa 20 euro, i secondi a circa 28 euro.

Indirizzo: Via Lelio Basso, 9

Trattoria del Nuovo Macello

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Foto da Facebook

Si chiama così perché nel 1927, quando aprì, in contemporanea aprì anche un “nuovo macello” e così ne prese il nome. Il tempo sembra essersi fermato in questi quasi 100 anni. In un’atmosfera calda e accogliente, puoi gustare i classici della cucina lombarda: mondeghili (forse miglior piatto), nervetti, risotto allo zafferano e cotoletta alla milanese. La carta, che cambia con le stagioni, offre sempre piatti preparati con ingredienti freschi e genuini. Un’esperienza culinaria autentica, perfetta per chi desidera scoprire i sapori della tradizione milanese. C’è un menu degustazione a 55 euro e una carta, a pranzo c’è la possibilità di usufruire di un menu a 22 euro davvero invitante.

Indirizzo: Via Cesare Lombroso, 20

Lo chic: Ceresio 7, Armani e Gong

Una persona che segue una moda chic è attenta allo stile e alla raffinatezza, cercando di apparire sempre elegante e curata. Il termine “chic” si riferisce a un’estetica che combina semplicità, buon gusto e sofisticazione. Chi adotta questo stile spesso predilige capi essenziali ma di alta qualità, accessori discreti ma raffinati, e sceglie colori neutri o combinazioni sobrie. La persona chic non segue le mode in modo passivo, ma seleziona con cura gli elementi che riflettono la sua personalità, puntando su un look senza tempo e sofisticato. L’esempio più celebre è forse quello di Coco Chanel. Milano è una città chic e ci sono tanti ristoranti che pongono questo stile al centro della propria offerta.

Ceresio 7

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Foto da Instagram

Ceresio 7 non è solo uno dei luoghi più glamour di Milano, con una vista mozzafiato sullo skyline della città, ma anche un ristorante dove la qualità degli ingredienti è al centro di ogni piatto. Guidato dallo chef Elio Sironi, il menu riflette una costante ricerca di prodotti stagionali, tecniche di cottura innovative e una creatività che riesce a essere al tempo stesso originale e confortevole. Tra i piatti più apprezzati ci sono il carpaccio di ricciola con finocchi, arance e passion fruit, il pacchero tonnato, i tortelli di erbette e l’incredibile spaghetto al pomodoro che fa parte della storia dell’alta cucina italiana.

L’atmosfera del ristorante è rilassata e sofisticata, con un tocco cosmopolita che ricorda New York. Le pareti sono decorate con opere di artisti contemporanei, mentre l’arredamento combina tavoli rosso scuro e dettagli in grigio e petrolio. I soci Edoardo Grassi, Marco Civitelli e Luca Pardini garantiscono un servizio impeccabile, con una sala ben organizzata e una carta dei vini di alto livello, che conta oltre 1100 etichette, inclusi vini pregiati di Borgogna e Champagne da collezione. Da provare assolutamente anche i cocktail. Il menu degustazione costa 110 euro.

Indirizzo: Via Ceresio, 7

Armani Ristorante

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Foto da Instagram

Non si può fare un articolo sulla Milano Fashion Week e parlare di abiti chic senza citare il ristorante di re Giorgio Armani nel suo incantevole palazzo. Al settimo piano dell’Armani Hotel Milano, con una vista mozzafiato sulla città, la proposta gastronomica dello chef Francesco Mascheroni si distingue per la sua eleganza estetica, modernità ed essenzialità. Il menu fonde sapientemente la tradizione culinaria italiana con influenze internazionali, ponendo grande attenzione alla stagionalità degli ingredienti e per le tecniche classiche splendidamente eseguite. Il menu degustazione costa 140 euro.

Indirizzo: Armani Hotel Milano, Via Alessandro Manzoni, 31

Gong

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Foto da Instagram

Atmosfera romantica ed elegante, caratterizzata da grandi gong dorati in onice, la cucina che unisce Oriente e Occidente. Gong è il primo grande gioiellino di Giulia e Claudio Liu, forse quello che ha messo sulla cartina della ristorazione italiana questa brillante famiglia di origini cinesi. Il ristorante è cinese anche se lo guida il romano Guglielmo Paolucci. I degustazione sono tre a 135, 145 e 155 euro.

Indirizzo: Corso Concordia, 8

Lo streetwear: Sine, Manna e Trippa

Chi segue la moda streetwear è solitamente una persona giovane, attenta alle tendenze urbane e alla cultura di strada. Lo streetwear nasce dall’influenza di sottoculture come lo skateboarding, il basket,  l’hip-hop e la cultura dei graffiti, e chi lo adotta esprime un atteggiamento di ribellione, autenticità e voglia di distinguersi dalla moda convenzionale. Gli stilisti di riferimento più celebri e importanti sono forse Willi Smith e Virgil Abloh. Chi segue questo stile apprezza una ristorazione fuori dagli schemi, che sia autentica e diretta.

Sine by Di Pinto

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Costruire un ristorante elegante a propria immagine e somiglianza è una cosa usuale ma se sei inusuale come Roberto Di Pinto allora la scelta diventa davvero unica. Il cuoco napoletano ha la faccia da bad boy, i tatuaggi per tutto il corpo e un marcatissimo accento partenopeo a cui tiene tantissimo. Serve ai propri clienti un menu ricco di rivisitazioni napoletane, anche di piatti piuttosto strong come il soffritto.

È un avamposto della cucina campana, “un’ambasciata napoletana” come ama sempre dire Di Pinto. Se hai problemi con i fine dining cervellotici che portano una sequenza di mini porzioni infinite, questo è il posto che fa per te. I degustazione sono quatro, a 110, 135, 155 e 190 euro allo chef’s table.

Indirizzo: Viale Umbria, 126

Manna

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“Non piatti ma fuoco, furore e mal di schiena”: così si presenta sui social il ristorante, da poco rinnovato, di Matteo Fronduti, il bad guy della cucina milanese. I tre degustazione, a 76, 94 e 112 euro, sono un viaggio nella Milano oscura, quella dei cuochi alla Anthony Bourdain che badano più alla sostanza che alla forma. Fin dall’inizio il locale si è distinto per aver offerto una cucina d’autore, priva di formalismi e a prezzi accessibili, con piatti ricchi di creatività e un tocco giocoso e dinamico. Con la riapertura di dicembre 2023 il ristorante ha introdotto alcune novità significative: un elegante cocktail bar, gestito abilmente da Mattia Mizzi, e un menu che permette allo chef di esprimere appieno la sua visione culinaria. Tra questi spicca il percorso “Porcherie”, dove il quinto quarto e accostamenti audaci non sono provocazioni, ma espressioni autentiche della personalità e del gusto di Fronduti. In questo menu, lo chef dimostra di sfidare le regole con maestria. Per chi preferisce un’esperienza meno avventurosa, Manna resta comunque un rifugio sicuro, con proposte golose e appaganti. Un luogo dove andare e divertirsi con piatti che sanno sorprendere.

Indirizzo: Piazzale Governo Provvisorio, 6

Trippa

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Foto da Instagram

Può uno chef stellato rivoluzionare la trattoria italiana? Sì, se si chiama Diego Rossi. Trippa è un progetto incredibile che sta davvero facendo la storia della cucina contemporanea. L’unico appunto: bisogna prenotare con largo anticipo perché è sempre pieno. Comprendiamo il successo: si mangia divinamente. Rossi fa piatti autentici e senza fronzoli, con continui rimandi alla tradizione maneggiata con una tecnica sopraffina imparate nel corso della carriera nel fine dining. Ovviamente uno dei piatti più apprezzati è proprio la trippa, c’è poi un super vitello tonnato, ci sono le animelle, il cervello, la lingua e perfino una pasta in bianco gourmet. Il menu non è ampio ma è studiato nei minimi dettagli. Ottima anche la carta vini che accosta ai classici Italia e Francia anche prodotti eccellenti di nazioni meno conosciute come Austria e Romania. Il pasto costa circa 35 euro.

Indirizzo: Via Giorgio Vasari, 1

Il minimal: Gerli 1870, Iyo e Zero

Chi segue una moda minimalista è generalmente una persona che predilige l’essenzialità e la semplicità, sia nello stile sia nel modo di vivere. La moda minimalista si basa su capi basici, con linee pulite, colori neutri e un approccio funzionale, in cui ogni elemento ha uno scopo preciso. La storia di questo stile l’hanno fatta designer del calibro di Calvin Klein, Jil Sander e di una giovane Miuccia Prada. Questa moda ci porterebbe automaticamente in Giappone e Milano offre alcuni dei migliori ristoranti giapponesi d’Italia ma proviamo ad ampliare lo sguardo, andando oltre sushi e sashimi pur senza ignorare questi capisaldi.

Gerli 1870

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Potremmo definirlo “girarrosto di lusso” ma sarebbe un po’ riduttivo, pur trovandoci di fronte a quello che probabilmente è il pollo allo spiedo migliore di Milano. È un ristorante elegante e moderno, con un lungo bancone e cucina a vista. Le sedute sono alte e ha un cortile con tavoli piccoli. Il pollo è effettivamente eccezionale, così come lo sono le alette, anche leggermente piccanti. Ottimo il riso al salto e le verdure alla brace. I prezzi sono fuori scala rispetto ai girarrosto normali: il pollo costa 28 euro ma una volta tanto ne vale la pena.

Indirizzo: Via Carlo Ravizza, 23

Iyo

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Classe innata in questo ristorante stellato, il primo giapponese in Italia ad avere 1 Stella Michelin. Cominciamo da un piatto singolo: una tartare di wagyu con cracker di amaranto, estrazione di mandorla, zucchina in osmosi, salsa di soia semplicemente scioccante. Le preparazioni sembrano pompose e i nomi lunghissimi, magari poco adatti al minimalismo, ma arriva tutto diritto alle papille gustative ed è tutto golosissimo. Sono piatti così buoni che, se anche li portassero senza dir nulla a persone che non hanno familiarità con la cucina giapponese, godrebbero lo stesso e questo non è scontato. I degustazione sono da 135 e 150 euro ma c’è anche la possibilità di un pasto alla carta.

Indirizzo: Via Piero della Francesca, 74

Zero Milano

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“Zero” compromessi su qualità e attenzione: la cucina, guidata dallo chef Hide Shinohara, si distingue per l’uso di materie prime eccellenti e l’applicazione della rigorosa tecnica giapponese. Il menu offre una cucina nipponica autentica, focalizzata sulla perfezione della forma e sulla qualità assoluta. L’ambiente è raffinato, con pannelli di onice bianca, un design minimalista e luci soffuse. Al bancone, oltre ad osservare i cuochi all’opera, si può vivere un’esperienza di degustazione personalizzata, preparata al momento.

Indirizzo: Corso Magenta, 87

Il barocco: Casa El Carnicero, Varrone e Langosteria

Una persona che segue una moda barocca, in stile Versace, spesso è caratterizzata da un gusto audace, sontuoso e appariscente. Sono caratteristiche che hanno avuto un grande successo all’inizio del boom della ristorazione milanese, coincisa con Expo 2015. Moltissimi ristoranti sono nati o si sono rimodernati puntando sul lusso e sull’audacia dei propri architetti.

Casa El Carnicero

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Atmosfera caliente e modaiola, è uno dei luoghi preferiti dallo star system meneghino con influencer e personaggi della tv. A differenza di molti posti frequentati dai vip italiani però qui c’è della sostanza a tavola. Tendenzialmente è un ristorante carnivoro a forte trazione latina e proprio sulla carne mette a referto dei gol importanti. Citiamo il lomo argentino e quello Usa, l’entraña o il Tomahawk di black angus australiano, gigantesco e barocco fino al midollo. Essendo un ristorante di carne i prezzi sono estremamente variabili ma diciamo che ci vogliono oltre 70 euro per mangiare bene qui.

Indirizzo: Viale Bianca Maria, 8

La griglia di Varrone

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Questa volta andiamo nella casa storica della griglia milanese. Varrone è forse stato il primo ad aver portato wagyu e kobe in Italia, quindi parliamo non solo di un ottimo ristorante ma di un vero selezionatore competente di prodotti. Oggi è facile parlarne, oggi ce l’hanno tutti, ma quando nessuno conosceva queste perle del Giappone le cose non erano così intuitive come adesso. La vocazione internazionale è ancora molto presente: pluma di pata negra, New York steak e tante altre proposte stravaganti ma di livello assoluto. Il locale è vasto, moderno, sfarzoso con una spettacolare griglia a vista e i frigoriferi con le carni in vetrina. Anche qui, come sopra, i prezzi variano molto in base a ciò che scegli (puoi mangiare anche un semplice hamburger) ma devi ragionare sui 70-100 euro come range di spesa.

Indirizzo: Via Alessio di Tocqueville, 7

Langosteria

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Magari finora ti abbiamo dato un’idea sbagliata associando il barocco alla carne così abbiamo scelto la Langosteria che è un ottimo ristorante di pesce con un’offerta che spazia da piatti classici a proposte più elaborate. Situata in via Savona, la sede principale (ci sono 4 locali a Milano) è caratterizzata da un’atmosfera elegante e contemporanea, molto apprezzata per la sua raffinatezza. Il menu offre una vasta selezione di crudi, tra cui ostriche e plateau di frutti di mare, accanto a piatti simbolo come il “King Crab alla catalana” e le linguine all’astice, servite in porzioni generose e curate nei minimi dettagli.

Il locale è molto chic, con una disposizione degli spazi che include sia sale intime sia la possibilità di mangiare al bancone, perfetto per chi cerca un’esperienza più dinamica. Il servizio, riconosciuto per l’elevata professionalità, contribuisce a creare un’esperienza di altissimo livello. La clientela è variegata, ma spesso composta da amanti del lusso e della cucina di qualità. Nonostante i prezzi elevati (intorno ai 100-130 € a persona), la qualità del pesce e delle preparazioni giustifica il costo​.

Indirizzo: Via Savona, 10

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