Tutte le differenze tra fagiolini, piattoni e taccole (e qualche ricetta sfiziosa)

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Nel variegato panorama degli ortaggi spesso ci si imbatte in prodotti popolari, ma che spesso, se confrontati tra loro, possono generare qualche confusione. Un esempio tipico della primavera e dell’estate, le loro stagioni d’elezione, è la comparsa dal fruttivendolo di fagiolini, piattoni e taccole: tutti e tre appartenendo alla grande famiglia dei legumi, ma presentano differenze che li rendono universi (quasi) a sé stanti sia dal punto di vista botanico sia degli usi in cucina: osservandoli bene, poi anche l’aspetto non è proprio lo stesso. Mentre i fagiolini e i piattoni (chiamati anche fagiolini corallo) derivano dal Phaseolus vulgaris, quindi sono imparentati con i fagioli, le taccole fanno parte di un altro genere, quello dei piselli (Pisum sativum), note pure con l’appellativo di “piselli mangiatutto”, proprio perché a differenza dei cugini non si sgranano. Conosciamo meglio questi tre legumi e come valorizzarli in ricette sotto il segno del green power.

Qual è la differenza tra taccole e piattoni

Taccole e i piattoni possono essere scambiati tra loro a causa della somiglianza nell’estetica appiattita e per il fatto che si consumano interamente. Le prime, di cui il nome scientifico è Pisum sativum var. macrocarpon si definiscono come una varietà di piselli dal baccello largo e lungo, generalmente di un verde brillante e più corte dei piattoni (circa 10 cm), che invece possono raggiungere praticamente il doppio della misura, arrivando a 20 cm. Questi ultimi, che si incontrano anche con il nome di fagioli piattoni, hanno una forma più stretta e una consistenza più carnosa, mentre le taccole sono croccanti. Dal punto di vista del gusto le taccole tendono al dolce (proprio come i piselli), mentre i piattoni risultano meno saporiti e più neutri, dalle note terrose. Entrambi appartengono alla famiglia delle Fabaceae o Leguminosae e sono baccelli che si raccolgono prima che la pianta giunga a maturazione.

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Fagiolini piattoni o corallo 

E i fagiolini cosa c’entrano? Messi insieme ai precedenti sono decisamente più riconoscibili: anch’essi si classificano come Phaseolus vulgaris e a seconda delle regioni si chiamano cornetti o tegoline. L’aspetto è affusolato, tipo a cilindro, e se paragonati ai piattoni hanno una consistenza più tenera. Dal punto di vista nutrizionale, taccole, piattoni e fagiolini condividono proprietà simili, che li rendono ortaggi che uniscono caratteristiche delle verdure (alto contenuto di acqua, quindi ipocalorici, sali minerali e vitamine) e dei legumi, grazie alle proteine e alle fibre.

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Taccole

Usi in cucina: ricette sane e sfiziose

Tutte e tre queste leguminose danno molta soddisfazione ai fornelli in quanto si adattano a numerose preparazioni. In cucina, taccole, piattoni e fagiolini offrono versatilità e leggerezza, tra proposte classiche e creative. Le taccole sono ideali per essere saltate in padella con olio extravergine di oliva, aglio o cipolla e pomodoro fresco, perfette per un contorno facile e veloce, oppure in insalata, cotte al vapore o appena sbollentate e condite con pecorino, miele e scaglie di parmigiano. Un modo per renderle particolarmente ghiotte (senza appesantirle) è quello di farle gratinate al forno, mentre gli amanti della cucina asiatica le possono impiegare per arricchire noodles nel wok abbinate a salsa di soia, o in una zuppa.

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I piattoni, che come visto sono meno dolci e più spessi, si adattano maggiormente a preparazioni che richiedono una cottura più lenta, per esempio quella in umido con la passata o la polpa di pomodoro (proprio come si farebbe con i fagiolini) o in bianco con le patate: diventano così un accompagnamento per secondi piatti di carne, pesce e formaggi. Non aver paura di ottenere una consistenza “molliccia”, sono ottimi anche quando perdono di tenacità. I fagiolini sono praticamente dei passepartout: mantienili più sodi e servili con il pesto, sia nelle trenette sia come piatto unico per la schiscetta, oppure si passano in padella con un po’ di burro o si friggono con una panatura a base di farina, uova e pangrattato, da gustare appena pronti come antipasto o per l’aperitivo.



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