Boldrini incontra in carcere l’attivista Maysoon Majidi: “È deperita ma determinata, è accusata di una cosa falsa”


“Dal punto di vista fisico l’ho trovata assolutamente magra, direi deperita. Però è molto determinata a portare avanti le sue ragioni. Non si dà pace di tutto quello che sta accadendo. Quello che le viene attribuito è assolutamente falso”. Così la deputata del Pd Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo, uscendo dal carcere di Reggio Calabria dove ha incontrato l’attivista curda-iraniana Maysoon Majidi, detenuta da quasi 10 mesi perché accusata di essere una scafista sulla base delle dichiarazioni di altri due migranti che però, durante una trasmissione televisiva, avrebbero negato di aver mai indicato l’indagata.

“C’è un grande equivoco alla base di tutto legato alle traduzioni fatte da persone che non parlano la stessa lingua. Questi accusatori, sedicenti tali, sono stati rintracciati da una trasmissione televisiva, le Iene, e hanno detto che non hanno mai accusato nessuno: dunque quelle dichiarazioni non corrispondono alla loro verità. Ma è possibile che tutti possono parlare con questi due sedicenti accusatori e, invece, il Tribunale non riesce ad acquisire le loro testimonianze? Ho molta fiducia nella magistratura giudicante e spero che appunto venga fatta chiarezza perché l’impianto accusatorio, portato avanti finora, non corrisponde alla realtà dei fatti”, ha proseguito.

Su questa vicenda, “il Pd ha fatto un’interrogazione parlamentare. – ha aggiunto Boldrini – Io stessa ho chiesto l’intervento di Nordio che venisse a riferire in aula. Useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, anche informare l’opinione pubblica. Non vorrei che questa modalità, sull’onda dell’idea che bisogna trovare nel globo terraqueo tutti gli scafisti, possa influenzare e arrivare anche laddove invece bisogna valutare sulla base della realtà”.

“Clima politico? Voglio sperare che tutto quello che sta avvenendo a Maysoon non sia dovuto a un clima politico – ha detto rispondendo a una domanda – È chiaro che c’è una grossa pressione sulla magistratura attaccata costantemente dal governo e questo toglie serenità nella valutazione, non c’è dubbio. Ma ho ragione di credere che la magistratura non si farà influenzare. Noi parliamo del movimento ‘donna, vita, libertà’ delle donne che scendono in piazza in Iran e rischiano la vita, poi quando queste donne riescono a mettersi in salvo noi le sbattiamo in galera. Ma vi rendete conto che cortocircuito insopportabile?”.

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