Filippine, l’unico Paese insieme al Vaticano dove il divorzio rimane proibito


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in farsi

Le Filippine tornano a discutere di rendere legale il divorzio. Insieme al Vaticano, il Paese è l’unico a non consentire la rottura del legame matrimoniale

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Finché morte non vi separi. O l’annullamento, che però ha costi esorbitanti. Se si esclude il Vaticano, l’unico Paese al mondo dove il legame del matrimonio non può essere spezzato sono le Filippine. Un fatto sorprendente, anche alla luce delle recenti aperture della società filippina, ad esempio in relazione ai diritti degli omosessuali.

Le Filippine sono un Paese a maggioranza cattolica (per l’80 per cento), con una minoranza di protestanti (poco più dell’8 per cento) e di musulmani (5,6 per cento). Oltre al divorzio, l’aborto è vietato l’aborto, così come i contraccettivi.

Secondo la legge filippina, anche le donne molestate dai loro mariti non hanno modo di emanciparsi.

L’eredità spagnola

Ex colonia spagnola poi passata sotto l’amministrazione degli Stati Uniti, le Filippine hanno celebrato la loro indipendenza nel 1946. Il cattolicesimo è arrivato nel Paese nel XVI secolo con gli spagnoli, venuti a colonizzare l’arcipelago.

Parlando ad ABC News, Cecilia Francisco-Tenn, professoressa di teologia a Melbourne, ha dichiarato: “La Chiesa cattolica crede nell’inscindibilità del matrimonio. Il matrimonio è un impegno permanente a cui nessun potere umano può porre fine”.

Mentre la Spagna ha legalizzato il divorzio nel 1981, la sua eredità rimane nelle Filippine che sono, dopo Brasile e Messico, il terzo paese cattolico più popoloso del mondo. Al 2020 circa l’80% dei 109 milioni di abitanti del paese è cattolico romano.

Sebbene il Vaticano rimanga contrario al divorzio, Papa Francesco ha sottolineato che anche le persone divorziate risposate devono essere accettate nella chiesa.

I musulmani sono l’unica popolazione che può divorziare

I musulmani filippini sono esentati dal divieto di divorzio. Nel 1977 il presidente allora in carica, Ferdinand Marcos, aveva adottato una Carta delle leggi musulmane, basata sulla Sharia, in base alla quale si riconosceva il diritto al divorzio.

Per il resto della popolazione, l’unico modo per porre fine al matrimonio è quello di ottenere l’annullamento, che però ha costi alti e requisiti stretti.

Condizioni di cessazione del matrimonio

Nelle Filippine, secondo gli insegnamenti cattolici, le persone possono porre fine al loro matrimonio in determinate circostanze: in caso di disabilità mentale, omosessualità di una delle parti o infedeltà di uno dei coniugi, la presenza di malattie sessualmente trasmissibili incurabili.

Tuttavia, il processo legale di risoluzione dei matrimoni è molto lento ed estremamente oneroso, tanto che molte persone nel Paese non possono avvalersene.

Il costo dell’annullamento di solito supera i 150.000 pesos filippini, equivalenti a 4.000 dollari, una cifra superiore allo stipendio medio annuo.

Le conseguenze del divieto di divorzio

Il divieto di divorzio significa che molte persone rimangono coinvolte in matrimoni ‘tossici’. Secondo il «National Population and Health Survey» del 2022, circa il 17,5% delle donne filippine di età compresa tra 15 e 49 anni ha subito violenze fisiche, sessuali o emotive da parte dei coniugi.

Opinione dei filippini sul divorzio

Molte persone nelle Filippine hanno ancora opinioni conservatrici, soprattutto sul divorzio.

Tuttavia, secondo un sondaggio nazionale condotto nel giugno 2024 dal Social Weather Station Survey Institute, condotto su un campione di 1.500 persone, solo il 31% si è opposto alla legalizzazione del divorzio per le coppie in situazioni irrimediabili e la metà dei partecipanti ha sostenuto la legalizzazione del divorzio.

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Nel 2018, un disegno di legge per legalizzare il divorzio è stato approvato alla Camera dei Rappresentanti, ma è stato respinto dal Senato. L’attuale presidente Ferdinand Marcos Jr. non si è detto contrario al divorzio, ma ha sottolineato che il processo non debba essere semplice: “Dobbiamo consentire alle coppie di lavorare sui loro matrimoni. Non dovremmo dare loro un’opzione facile per la rottura del legame”, ha detto.

Quali sono i nuovi requisiti per il divorzio nel ddl del 2024

La Camera dei Rappresentanti delle Filippine ha approvato un disegno di legge nel maggio 2024 intitolato “Divorzio assoluto”. Secondo la proposta normativa, la persona sposata deve presentare una petizione e una denuncia al tribunale, chiamato ad esaminare l’istanza.

I motivi del divorzio – definiti nel ddl – includono violenza o abuso fisico, dipendenza da droghe, alcol o gioco d’azzardo e infedeltà coniugale. Altre possibili motivazioni sono la “mancanza del consenso dei genitori”, “insanità mentale” e “impotenza”.

Arlene Brossas, membro della Camera dei Rappresentanti e rappresentante del Partito delle Donne, ha definito il disegno di legge una difesa dei diritti costituzionaali delle donne che “non ha nulla a che fare con la chiesa, la religione o altro”.

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Il disegno di legge è passato al Senato per l’approvazione definitiva. Tuttavia, le forze conservatrici si preparano a combattere il cambiamento.

Le reazioni negative della Chiesa alla legalizzazione del divorzio

La Conferenza episcopale cattolica delle Filippine ha ribadito la sua opposizione alla legalizzazione del divorzio.

I leader cattolici hanno anche organizzato l’opposizione alle riforme con raduni religiosi e la firma di petizioni. Alcuni funzionari ecclesiastici ritengono che mantenere illegali i divorzi potrebbe trasformare le Filippine in un “ultimo baluardo di speranza”.



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