“Un certificato medico per Bonafede lo stesso giorno in cui Messina Denaro faceva la chemio”: nuovi elementi contro Tumbarello


Un certificato medico per potere entrare negli impianti sportivi, lo stesso giorno in cui per lo stesso paziente veniva emessa una scheda di accesso per una sessione di chemio. Un’anomalia, soprattutto se si considera che il documento è intestato ad Andrea Bonafede, cioè l’alias usato da Matteo Messina Denaro nell’ultima parte della sua latitanza. A firmare il certificato il 7 luglio del 2021 era Alfonso Tumbarello, medico del boss di Cosa nostra, arrestato il 16 gennaio del 2023 e poi ucciso da un tumore al colon nel settembre dello stesso anno.

Un documento prodotto dalla procura di Palermo all’udienza del processo al medico, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico, per avere “personalmente visitato” Messina Denaro e avere firmato 137 richieste tra visite specialistiche, cure chemioterapiche e prescrizione di farmaci a nome di Bonafede, l’alias usato dal capomafia. Le cure tumorali sono state la traccia seguita dagli inquirenti per mettere fine a una latitanza cominciata quasi trent’anni prima. Lo storico arresto è scattato proprio quando Messina Denaro arrivava alla casa di cura La Maddalena per una seduta di chemioterapia. Cura che iniziò nel 2021 dopo due operazioni. Dopo avere, infatti, scoperto il tumore al colon nel novembre del 2020, l’ex primula rossa di Castelvetrano fu operato il 13 novembre 2020 all’ospedale di Mazara del Vallo. A quell’operazione seguirono visite oncologiche a Trapani per infine approdare a La Maddalena dove fu operato per metastasi al fegato il 5 maggio successivo, ovvero due mesi prima del certificato.

È il 7 luglio del 2021 quando Tumbarello dichiara di averlo visitato: “Si certifica che sulla base dell’esame clinico (ovvero la visita del paziente, ndr) e della raccolta anamnestica personale e familiare riferita negativa, non presenta al momento condizioni, segni clinici e/o sintomi che controindicano la frequenza in comunità e degli impianti sportivi”. Una formula molto insolita, in realtà, per permettere l’ingresso in palestra di Andrea Bonafede, uomo che Tumbarello conosceva bene, stando a quanto ricostruito dall’accusa. Il medico, al contrario, ha sostenuto di non conoscere Messina Denaro e di avere prescritto esami e interventi credendo di averlo fatto per Bonafede. Una ricostruzione che porta anche ad un altro Andrea Bonafede, cugino omonimo e più giovane di 6 anni: era lui che andava in studio da Tumbarello per ritirare richieste e certificati a nome del presunto malato di tumore. “Ero convinto fosse un mio paziente, Andrea Bonafede”, ha detto il medico durante il processo, nel quale è difeso dagli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo. Giustificazione messa in discussione dalla procura di Palermo, oggi rappresentata in aula dal pm Gianluca De Leo, che ha chiesto l’acquisizione agli atti del certificato medico firmato da Tumbarello. Il documento sicuramente attesta “l’esame clinico”, ovvero la visita medica che gli avrebbe permesso di dedurre l’idoneità alla frequentazione di centri sportivi di Bonafede.

Un elemento che potrebbe appesantire la posizione dell’imputato per un processo arrivato ormai agli sgoccioli. Arrestato il 7 febbraio del 2023, poco meno di un mese dopo la cattura del boss, Tumbarello è stato scarcerato dopo 5 mesi di detenzione. Mentre il processo è iniziato il 24 gennaio scorso davanti al Tribunale di Marsala, presieduto da Vito Marcello Saladino. Parte civile al processo anche l’Ordine dei medici della provincia di Trapani, oltre i comuni di Campobello di Mazara e di Castelvetrano, l’associazione Antiracket e Antiusura di Trapani e l’associazione “Antonino Caponnetto”.

Durante le indagini coordinate dal capo della procura, Maurizio De Lucia, i carabinieri del Ros hanno scovato anche una richiesta di Andrea Bonafede di secretare la propria cartella clinica. Un modulo firmato dopo la prima operazione al colon di Messina Denaro del 13 novembre del 2020: l’obiettivo era fare scomparire la scheda dal sistema informatico. Si tratta di una richiesta che può fare qualsiasi paziente ma ignota ai più. Questa possibilità però era conosciuta da Andrea Bonafede, sotto la cui identità si celava Matteo Messina Denaro.
Tantissime le prescrizioni del medico dopo la scoperta del tumore e il primo intervento: l’11 gennaio 2021 Tumbarello prescriveva al Bonafede una timoscintigrafia globale corporea (Pet) presso “P.O. ambulatorio di Mazara del Vallo”, il 28 gennaio 2021 era invece richiesta l’analisi di mutazione Dna con reazione polimerasica a catena e l’estrazione di Dna o Rna (nucleare o mitocondriale), eseguita presso la Casa di Cura “La Maddalena”. L’1 febbraio veniva richiesto l’esame del Dna. Una serie di richieste firmate da Tumbarello fino a pochi giorni prima del pensionamento, nel dicembre del 2022. Tra queste spunta oggi anche questo certificato firmato il 7 luglio del 2021, proprio il giorno della sessione di chemio, per permettere ad Andrea Bonafede l’accesso a impianti sportivi.

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