Francia: estrema destra sotto processo per presunta appropriazione indebita di fondi europei per il partito


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L’accusa nei confronti di Marine Le Pen è di presunta deviazione di 6,8 milioni di euro dal Parlamento europeo per finanziare il suo partito politico. Il processo inizierà lunedì e durerà due mesi

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A processo l’estrema destra francese e i membri del Rassemblement National accusati di aver sottratto milioni di euro di fondi europei e usarli in modo indebito per il partito politico.

27 tra membri ed ex del RN sono sotto processo, tra cui la leader Marine Le Pen e suo padre, nonché cofondatore del partito, Jean-Marie Le Pen.

Gli imputati rischiano fino a dieci anni di carcere e multe fino a un milione di euro, oltre alla revoca dei diritti civili per cinque anni – una pena che li renderebbe ineleggibili.

Questo potrebbe far deragliare una potenziale quarta corsa presidenziale di Marine Le Pen alle elezioni del 2027, nonostante i recenti sondaggi la danno come potenziale candidata presidenziale più favorevole tra gli elettori.

Le accuse vanno dall’appropriazione indebita di fondi pubblici alla complicità e all’occultamento. Tra gli imputati figurano europarlamentari come Nicolas Bay, politici di lungo corso come il sindaco di Perpignan Louis Aliot.

Le Pen e il partito ha negato le accuse, che riguardano gli anni dal 2004 al 2016 affermando che avrebbe presentato le proprie argomentazioni in tribunale. Euronews ha contattato RN per un commento ma non ha ricevuto una risposta immediata.

Il problema è se il partito abbia utilizzato “denaro europeo per finanziare un lavoro che non è stato utilizzato per scopi europei, ma solo per scopi di parte o nazionali“, ha dichiarato a Euronews Christophe Chabrot, docente di diritto pubblico presso l’Università Lumière di Lione 2. “Questo non avviene spesso per scopi personali. Non si tratta di (guadagni) personali ma di appropriazioni indebite per finanziare un partito politico – negli anni 2010 il Fronte Nazionale si è trovato in una grave crisi finanziaria”.

Da quest’anno gli eurodeputati hanno accesso a 29.557 euro al mese per le spese relative all’assunzione di assistenti parlamentari.

Gli eventi che hanno portato al processo

L’indagine risale al 2015 quando l’allora presidente del Parlamento europeo Martin Schulz avvertì le autorità francesi del possibile uso fraudolento dei fondi destinati a pagare gli assistenti parlamentari del partito.

Fu contattato anche l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) che stava già indagando sul lavoro degli assistenti parlamentari di Marine Le Pen. Gli investigatori in Francia hanno iniziato a indagare sui sospetti nel 2015 e hanno trovato incongruenze nei documenti contrattuali.

La procura di Parigi ha aperto un’indagine giudiziaria nel 2016 per appropriazione indebita e sospetto di frode organizzata.

Nel 2018 Le Pen è stata condannata a pagare al Parlamento europeo circa 300mila euro per l’uso improprio dei fondi.

Il processo francese e l’incriminazione dei 27 tra ex e attuali membri del partito sono stati annunciati l’anno scorso.

Anche se l’Olaf può indagare per sostenere le istituzioni europee che chiedono la restituzione dei fondi, secondo Chabrot rimane una “procedura europea ed essenzialmente finanziaria”, sottolineando che il processo francese è un procedimento penale per appropriazione indebita di denaro pubblico.

Il Parlamento europeo si è costituito parte civile nel processo per “ottenere un risarcimento per danni finanziari e di reputazione”, ha confermato a Euronews un portavoce del Parlamento, aggiungendo che sia i cittadini dell’Ue che i contribuenti francesi sono stati vittime del caso.

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Una precedente stima dei danni, riportata nel 2018, parlava di quasi 7 milioni di euro, stima successivamente aggiornata secondo il portavoce.

I casi passati analoghi

All’inizio di quest’anno un altro partito politico francese è stato accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici. Il Movimento democratico centrista (MoDem), in coalizione con il partito Renaissance di Emmanuel Macron, dovrà pagare 300mila euro per aver utilizzato i fondi dei deputati per finanziare il partito.

Diversi ex eurodeputati e membri del partito hanno ricevuto la sospensione della pena detentiva e multe di decine di migliaia di euro, ma il leader del partito François Bayrou è stato assolto.

Ci sono stati anche esempi recenti di uso improprio dei fondi Ue destinati agli assistenti parlamentari. Il mese scorso i procuratori europei hanno ampliato l’indagine su un assistente parlamentare lituano per pagamenti fraudolenti per un valore di oltre 500mila euro legati al “sospetto di non aver svolto o di aver imitato le funzioni effettive di un assistente parlamentare”.

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All’inizio di quest’anno i pubblici ministeri hanno sequestrato 170mila euro all’europarlamentare italiana Stefania Zambelli e a quattro assistenti parlamentari per una possibile frode.

“Secondo le prove i quattro membri del personale non hanno svolto le attività relative alla funzione per cui erano stati assunti, o le hanno svolte solo parzialmente, documentando falsamente le loro attività al Parlamento europeo”, ha dichiarato la Procura europea.



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