Libano, dopo sette giorni di guerra è già strage di bambini


Dopo sette giorni di bombardamenti e l’avvio della campagna di terra, in Libano la situazione sta letteralmente precipitando. A spiegarlo è la Direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, che si è detta “profondamente preoccupata per il rapido deterioramento della situazione umanitaria in Libano. Nell’ultima settimana, secondo le notizie, almeno 80 bambini sono stati uccisi negli attacchi, mentre altre centinaia sono rimasti feriti. Secondo i rapporti del Governo, il numero di sfollati interni a causa delle violenze è salito a più di un milione, tra cui oltre 300mila bambini”.

“Migliaia di bambini e famiglie vivono per strada o in rifugi, molti dei quali sono fuggiti dalle loro case senza beni e forniture essenziali. Le condizioni umanitarie peggiorano di ora in ora”, ha aggiunto la stessa direttrice generale dell’Unicef.

Libano, dopo sette giorni di guerra è già strage di bambini. Secondo l’Unicef almeno 80 minori sono morti e 300mila sono stati costretti a fuggire

“L’Unicef e i nostri partner sono sul campo in Libano per raggiungere bambini e famiglie con un sostegno essenziale. Le nostre squadre – riferisce Russell – stanno consegnando acqua potabile, forniture mediche, materassi e coperte, oltre a kit igienici, dignity kit e per i neonati. Stiamo fornendo servizi di salute e nutrizione, protezione dell’infanzia e sostegno psicosociale ai bambini. Ma con l’intensificarsi della violenza, aumentano anche i bisogni umanitari. Qualsiasi offensiva di terra o ulteriore escalation in Libano peggiorerebbe ulteriormente una situazione catastrofica per i bambini. Un simile esito deve essere evitato a tutti i costi”.

Tutte ragioni per le quali l’Unicef continua a chiedere un’urgente cessazione delle ostilità, così da evitare un inutile bagno di sangue. “Ribadiamo l’invito a tutte le parti a proteggere i bambini e le infrastrutture civili e a garantire che gli attori umanitari possano raggiungere in sicurezza tutti coloro che ne hanno bisogno – in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario”.



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