Ex ambasciatore Narbone: “All’Ue manca una posizione univoca sulla crisi in Medio Oriente”


A margine della riunione del G7 sull’escalation tra Israele e Libano, l’ex ambasciatore Ue in Arabia Saudita e nei Paesi del Golfo Narbone commenta gli sviluppi sulla crisi e la posizione dell’Unione

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Mercoledì al termine della riunione d’urgenza del G7 convocata dalla presidenza Italiana per discutere della crisi in Medio Oriente, dai leader dei vari Paesi è arrivata la condanna nei confronti dell’Iran per l’attacco militare di martedì sera diretto contro Israele. Nello stesso tempo, rivolgendosi allo Stato ebraico il messaggio è stato quello di insistere su un cessate il fuoco a Gaza ed una stabilizzazione della situazione lungo il confine tra Israele e Libano. 

E proprio in una recente dichiarazione, la missione di pace dell’Unifil, il cui compito è quello di pattugliare la Linea Blu, il confine tracciato dall’Onu tra i due Paesi, ha affermato che i Caschi Blu rimangono in posizione. Il contingente ha fatto anche sapere di essere stato allertato da Israele dell’intenzione di intraprendere limitate incursioni in Libano. “Qualsiasi incursione in Libano”, si legge nel comunicato, “viola la sovranità e l’integrità territoriale libanese e viola la risoluzione 1701”. 

Nonostante le buone intenzioni però, gli sforzi diplomatici a livello internazionale, per porre fine agli scontri non sono abbastanza. Secondo Luigi Narbone, ex ambasciatore Ue in Arabia Saudita e nei Paesi del Golfo, le divisioni sul tema tra gli Stati membri non aiutano. “Non solo all’Ue manca una posizione univoca su questo”, ha detto Narbone a Euronews, “ma manca anche una posizione che guardi agli interessi europei, distinta da una prospettiva atlantista e sotto la leadership americana”. 

“Non va sottovalutata la percezione soprattutto nel sud del mondo, di un’Europa che ha adottato dei doppi standard. Da un lato la ferma condanna contro la Russia di Putin, dall’altro un atteggiamento ambivalente nei confronti di Israele e del conflitto in Medio Oriente”, ha aggiunto Narbone. “Questo doppio standard è molto dannoso per la credibilità dell’Unione europea e per la difesa dei valori fondamentali”. 

Narbone ritiene che la capacità dell’Europa di rafforzare il proprio sistema di difesa, debba anche passare da quanto sta accadendo nella regione mediorientale. Una conflitto più esteso potrebbe avere implicazioni per l’Ue e per il continente: “la mancanza di stabilità nella regione potrebbe avere ripercussioni sul ruolo della Russia in Siria ma anche sull’economia”, ha affermato Narbone. “E poi c’è la questione migratoria con le persone che sfuggono dalle guerre”. 

Sul fronte delle possibili via d’uscita dalla crisi, il governo italiano “ha invitato il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite a prendere in considerazione un rafforzamento del mandato della missione Unifil”. Per il momento dunque i militari impegnati sulla Linea Blu, come dichiarato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani restano in posizione, qualsiasi decisione relativa al loro spostamento deve essere discussa con i Paesi che partecipano alla missione.  

Per quanto riguarda i connazionali presenti nel paese, circa 3200 in tutto, sono stati invitati a lasciare il Paese. Intanto un volo charter organizzato con il sostegno del ministero degli Esteri con 178 italiani a bordo è arrivato a Roma nella notte tra giovedì e venerdì. 

 



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