“Lo so che questa è solo una canzone davanti a un grande muro di dolore”: Diodato fa la rivoluzione mescolando arte e musica a teatro – La recensione

Forse ci siamo disabituati all’essenziale, alla bellezza di lasciar spazio alle parole. Questo vale per tantissimi campi che sia la televisione, la musica e anche i concerti. Ieri sera al Teatro degli Arcimboldi di Milano, dopo il debutto a Bari, Diodato ha dimostrato che si può (e forse di deve) riportare la musica all’essenziale. Meno di due ore di concerto, senza fronzoli, senza parole ma sono con la musica al centro. Una frase ormai abusata e, per certi versi insopportabile, ma che in questo contesto è necessario usare.

Più che un concerto una installazione artistica. Alza l’asticella dei concerti mescolando arte e musica. “Perché siamo qui? La risposta è semplice e forse anche per questo così difficile da accettare. – ha detto Diodato presentando il tour – Vogliamo emozionarci, vogliamo continuare a sentire, vogliamo condividere, raccontarci, stringerci attorno al fuoco e riconoscerci per ciò che davvero siamo. È ciò che da sempre mi guida, è ciò che mi ha aiutato a capire chi fossi, a capire gli altri, a provare a mettermi nei loro panni, a rispettarli. Potrà sembrare banale ma, ancor di più oggi, è per me un atto di rivoluzione”.

Oltre alle canzoni di Diodato da “Adesso” a “Fai rumore” fino all’ultimo bel singolo “Un atto di rivoluzione”, che apre strategicamente lo show, quello che colpisce è il lavoro fatto dalla direzione artistica del progetto affidata a Filippo Ferraresi. Il regista e direttore artistico fa parte della compagnia teatrale Dragone, che ha firmato produzioni internazionali in Cina (Splendor; The House of Dancing Water), negli Stati Uniti (Celine Dion: A New Day), e negli Emirati Arabi Uniti (Le Perle). Con un gioco di luci meraviglioso e i plexiglass che sovrastano il palco e dentro ai quali sono state inserite illuminazioni che creano intense lame di luce, Diodato e Ferraresi hanno voluto ricreare in immagini il contenuto delle canzoni. Insomma il risultato è ipnotizzante proprio perché ci stiamo disabituando alla forza dell’essenziale. Del resto alcuni dei versi di “Un atto di rivoluzione” ben sintetizzano il fulcro di questo show: “Lo so che questa è solo una canzone davanti a un grande muro di dolore. Ma forse anche cantare un’emozione. È ancora un atto di rivoluzione”.

Ad accompagnare Diodato sul palco: Rodrigo D’Erasmo (violino, arpa elettrica, percussioni), Gabriele Lazzarotti (basso), Alessandro Comisso (batteria), Simona Norato (tastiere, percussioni, chitarra elettrica, cori), Lorenzo Di Blasi (piano, toys e cori) e Andrea Bianchi (chitarre elettriche e acustiche e cori).

SCALETTA 1. Un atto di rivoluzione 2. Mi si scioglie la bocca 3. Ubriaco 4. La luce di questa stanza 5. Mi fai morire 6. Quello che mi manca di te 7. Solo 8. Paralisi 9. Cosa siamo diventati 10. Così speciale 11. La mia terra 12. Cuccuruccuccù Paloma 13. Ma che vuoi 14. Ormai non c’eri che tu 15. Occhiali da sole 16. Un’altra estate 17. Adesso 18. Fino a farci scomparire 19 Fai rumore Bis 20. Babilonia 21. TI muovi 22. Molto amore 23. Che vita meravigliosa.

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