L’impatto della sentenza sulle “bistecche vegetariane” sul mercato dell’Unione Europea


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in francese

Le associazioni vegetariane e vegane salutano questo risultato come una vittoria per la trasparenza dei consumatori, mentre altri avvertono il rischio di una frammentazione del mercato europeo

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La Corte di Giustizia dell’Unione Europeaha stabilito venerdì che uno Stato membro non può vietare ai produttori di sostituti della carne a base vegetale (plant-based) di chiamare i loro prodotti “hamburger vegetariano” o “filetto vegano“, a meno che non venga adottata una definizione giuridica del prodotto.

A volte a base di soia o grano, questi prodotti possono quindi rimanere sugli scaffali con questo nome. Le opinioni dei consumatori di un supermercato di Bruxelles sono diverse.

“Forse è un po’ contraddittorio perché il pollo è carne. Se sono a base vegetale, allora dovrebbero chiamarsi in un altro modo”, afferma Maria Ana Silva, 22 anni, studentessa portoghese di ingegneria industriale e management.

Trovare questi prodotti vegetariani e vegani sugli scaffali come “merguez”, “schnitzel” o “fricadelle” rende la vita più facile a Jeanne. “Tutte le ricette sono spesso a base di carne, quindi come vegetariana è più facile per me seguire le ricette se il nome della carne è già presente sull’etichetta”, ammette la 19enne studentessa di veterinaria.

Questa sentenza contraddice i decreti francesi adottati nel 2022 e nel 2024 che vietano ai produttori di sostituti della carne a base vegetale di utilizzare le parole “bistecca”, “scaloppina” o “prosciutto”.

Il possibile impatto sul mercato europeo

Le associazioni vegane e vegetariane salutano questo provvedimento come una vittoria per la trasparenza dei consumatori.

“I consumatori sarebbero più confusi da nuovi nomi a cui non siamo abituati. Quindi l’uso di questi nomi è anche una questione di protezione dei consumatori”, ha dichiarato a Euronews Rafael Pinto, responsabile dell’advocacy dell’Unione Vegetariana Europea (Euroveg).

Quasi il 70 per cento dei consumatori è d’accordo con l’uso di nomi simili per i sostituti della carne a base vegetale, purché sia chiara la natura vegetale del prodotto, secondo uno studio dell’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc).

Da parte sua, l’industria della carne non dovrebbe essere colpita da questa sentenza, ha dichiarato a Euronews Paolo Patruno, segretario generale del Centro di collegamento per l’industria della lavorazione della carne nell’Unione Europea (Clitravi).

Tuttavia, Patruno mette in guardia dalla frammentazione del mercato comune se ogni Stato membro dovesse adottare una definizione diversa dello stesso prodotto alimentare.

“C’è un vuoto normativo e questo vuoto è ora nelle mani degli Stati membri, che possono elaborare la propria legislazione, il che potrebbe portare alla frammentazione del mercato. Questa è la mia principale preoccupazione oggi”, ha dichiarato a Euronews.

La partita non è finita. Secondo la sentenza, uno Stato membro che adotta una definizione giuridica di bistecca potrebbe eliminare il termine “bistecca vegetariana” dalle sue etichette se i prodotti sono fabbricati in quel Paese.



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