Il governo riduce i Lep per gli asili nido al Sud al 15%, sancendo un’Italia diseguale dove i bambini pagano il prezzo più alto.
Il governo ha preso una decisione che segna uno spartiacque nella gestione delle politiche sociali per la prima infanzia scegliendo di abbassare i livelli essenziali di prestazione (Lep) per l’accesso agli asili nido. Fino a oggi l’obiettivo fissato dall’Unione Europea e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) era chiaro: garantire un posto in asilo nido ad almeno il 33% dei bambini sotto i tre anni, un traguardo pensato per assicurare a tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro regione di provenienza, pari opportunità di accesso a un servizio fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei più piccoli. Ma questo diritto, che avrebbe dovuto essere universale, ha subito una drastica revisione.
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