Comuni costretti a tagliare di 1/4 i servizi, alla faccia dell’autonomia differenziata

Nelle bozze della nuova legge di bilancio ricompare un freno al turn over, la riduzione delle assunzioni nella pubblica amministrazione e, di conseguenza, stop al ringiovanimento del capitale umano pubblico.

I servizi ai cittadini vengono messi in secondo piano anche stavolta, con conseguenze gravi per diversi settori, si pensi ad esempio alle Forze dell’ordine alla sicurezza dei cittadini. Infatti, come confermato dal ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo, nella manovra che il governo si appresta a varare sarà inserita una norma che impone un turnover dei dipendenti al 75 per cento.

Cosa vuol dire in pratica? I comuni, le province e le regioni non potranno sostituire un quarto del personale che va in pensione anche nei servizi essenziali. Ancora una volta si ritorna ai tagli lineari sul capitale umano, senza distinzioni e a spese degli enti locali e dei cittadini.

Gli organici già limitati in servizi come la protezione civile, gli uffici tecnici indispensabili per progettare e dirigere i lavoratori e le manutenzioni, i servizi sociali e le assistenti sociali, gli asili nido e le scuole materne dovranno essere ridotti per scelte che violano i principi costituzionali di autonomia organizzativa.

E pensare che questo governo da una parte legifera a scapito della tenuta dell’unità nazionale l’autonomia differenziata e dall’altro mette limiti alle scelte organizzative e gestionali sancite dalla Costituzione.

Il Movimento 5 stelle aveva chiesto che queste spese fossero escluse dal patto di stabilità anche a livello europeo, e avrebbe fatto bene a chiederlo anche il ministro Giorgetti, ed eravamo perplessi sul fatto che nella negoziazione questo punto non fosse stato messo sul tavolo.

Oggi è evidente che si vogliono colpire le realtà locali e spingere verso la privatizzazione dei servizi.

Infatti mettere limiti sulle assunzioni e non sugli appalti di servizi che spesso mascherano rapporti di lavoro subordinato, spinge in quella direzione. Si aumentano così i costi, e i profitti degli intermediari, e si alimenta il precariato e lo sfruttamento. Si tornerà così indietro e in una direzione che porterà tagli ai servizi, inefficienze e lo smantellamento dei servizi pubblici a favore dei privati e a scapito dei lavoratori e dei cittadini.

 

Comitato Enti Locali

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