Migranti: per il Tribunale di Catania il decreto sui Paesi sicuri è illegittimo

Non c’è necessità di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue

A differenza di quanto accaduto a Bologna, il Presidente Escher ritiene di non dover chiedere un parere alla Cgue. Come “in tutti i casi in cui la corretta interpretazione del diritto dell’Unione si impone con tale evidenza da non lasciare adito a ragionevoli dubbi”, scrive citando la giurisprudenza della stessa Corte Ue. Al centro della decisione è la designazione dell’Egitto come Paese d’origine sicuro, che nel decreto del 23 ottobre non presenta eccezioni per gruppi di persone a rischio, com’era invece nel precedente elenco “per gli oppositori politici, i dissidenti, gli attivisti e i difensori dei diritti umani o per coloro che possano ricadere nei motivi di persecuzione di cui all’articolo 8, comma 1, lettera e) del Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n. 251″. Alla luce della sentenza della Cgue del 4 ottobre, secondo i giudici di Roma che hanno esaminato i trattenimenti in Albania si trattava di eccezioni non ammesse dalla vigente normativa europea: il Paese è sicuro per tutti o non lo è per nessuno. Proprio per aggirare l’ostacolo, il governo ha deciso di riscrivere la lista e di cancellare ogni eccezione. E tuttavia il Tribunale di Catania dice oggi che non basta.

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