Stangata pure sulle accise, aumenti in arrivo sul diesel: tradita un’altra promessa delle destre


Sono lontani i tempi in cui Matteo Salvini prometteva un taglio delle accise sui carburanti. Talmente lontani che ora il suo stesso compagno di partito e ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scrive nero su bianco nel Piano strutturale di bilancio che il governo vuole aumentare le accise sul gasolio.

Il Psb, infatti, fa riferimento al “riordino delle spese fiscali”, capitolo nel quale rientra anche un obiettivo riguardante i carburanti. A pagina 132 del documento pubblicato dal Mef, infatti, si parla di “allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina”.

Il governo pronto a far cassa con le accise

Attualmente, infatti, le accise sulla benzina sono più care di quelle sul gasolio. Per la benzina si pagano 0,728 euro al litro mentre per il diesel 0,617 euro al litro. Una differenza percentuale sul costo totale del carburante che si aggira attorno al 4-5%.

Allineando i due valori, come scritto nel Psb, lo Stato incasserebbe di più grazie all’aumento per il diesel, con ovviamente una maggiore spesa per i cittadini. Maggiori incassi che il governo giustifica parlando anche di “sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transizione energetica e ambientale”.

Insomma, lo stesso esecutivo che in Ue si batte per rinviare il passaggio ai motori elettrici (previsto per il 2035), in Italia afferma che vuole tassare di più il diesel per incentivare la transizione ecologica.

La stangata sui carburanti vale 3 miliardi

L’aumento delle accise per il gasolio, afferma Assoutenti, comporterebbe una stangata da 3,1 miliardi di euro per gli automobilisti. “Su ogni litro di gasolio acquistato dagli automobilisti italiani – spiega Assoutenti – il 56,1%, pari a 0,91 euro al litro ai prezzi attuali, se ne va in tasse a titolo di Iva e accise. Situazione anche peggiore per la benzina, dove la tassazione pesa per il 59,8%, pari a 1,04 euro per ogni litro”.

Solo sul gasolio, nel 2023 gli italiani hanno pagato 38 miliardi di euro tra Iva e accise, allineando questo valore a quello della benzina il prezzo aumenterebbe di circa 5,5 euro a pieno, con una stangata complessiva da oltre 3 miliardi l’anno. Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, parliamo di 162,50 euro in più l’anno per ogni automobilista con una vettura diesel. Con, inoltre, conseguenze rovinose anche per l’inflazione, “atteso che il costo di trasporto di qualunque prodotto viene poi traslato sui consumatori finali”.

E non ci si può dimenticare, come sottolineano i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Attività produttive e Trasporti, che proprio Giorgia Meloni “con occhi spiritati due anni fa annunciava urbi et orbi che, una volta al governo, avrebbe abolito le accise sui carburanti”.



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