Francia, norme più severe sull’immigrazione, tasse più alte: i principali punti del piano politico del premier Michel Barnier


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il nuovo primo ministro francese Michel Barnier ha esposto i suoi piani politici in un discorso tenuto martedì davanti al Parlamento nazionale. Euronews esamina le sue principali priorità

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Non è partita nel migliore dei modi la nuova legislatura francese. Il discorso del neo-incaricato Michel Barnier alla sessione di apertura parlamentare è stato il primo test per il suo governo che sta già risentendo della mancanza di una chiara maggioranza.

L’ex negoziatore di destra dell’Ue Michel Barnier ha affrontato martedì i fischi e le reazioni dei politici di sinistra e le critiche dell’estrema destra, che ormai vanta una forza politica dopo i risultati delle elezioni lampo tenutesi in estate.

Barnier – che in passato ha chiesto una moratoria sull’immigrazione – ha promesso posizioni dure sull’immigrazione attraverso “migliori controlli” del numero di persone che arrivano in Francia.

Il nuovo premier ha proposto di “rendere più semplici” i processi che prevedono la detenzione degli stranieri che soggiornano illegalmente nel Paese, in attesa dell’attuazione degli ordini di espulsione. La Francia continuerà “per tutto il tempo necessario” ad attuare controlli alle frontiere nazionali nell’area libera da passaporti in Europa, ha dichiarato.

La proposta del primo ministro prevede che il numero di visti concessi sarà subordinato alla capacità delle nazioni di provenienza di fornire documenti consolari per i loro cittadini espulsi dalla Francia dopo esservi arrivati illegalmente.

Una mossa simile da parte di Macron nel 2021 aveva provocato una disputa con i Paesi del nord Africa e durata un anno.

Il dibattito sull’immigrazione in Francia si è surriscaldato da quando un giovane marocchino di 22 anni è stato indicato come il presunto aggressore di una studentessa di 19 anni, Philippine. La donna era stata violentata e uccisa in un quartiere esclusivo di Parigi a fine settembre.

In un’intervista rilasciata domenica all’emittente francese Lci, il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha detto che per la questione dell’immigrazione sarebbe necessario un referendum.

Il ministro si è detto “rammaricato” per il fatto che la Costituzione francese non lo consenta. Attualmente la Francia non può chiedere il parere popolare sull’immigrazione, poiché la questione non rientra tra gli argomenti su cui si può votare.

Francia al fianco dell’Ucraina e “attiva” in Medio Oriente

La Francia “resterà al fianco del popolo ucraino”, ha dichiarato martedì Barnier sottolineando che gli ucraini stanno combattendo “per difendere la loro sovranità e libertà” e i “valori condivisi” con la Francia e l’Europa.

Ha promesso di attuare il piano multimiliardario della Francia per aumentare la spesa militare nei prossimi anni, stimolata dalla guerra in Ucraina. La Francia “resterà attiva” anche in Medio Oriente, ha aggiunto.

“L’aggravarsi della situazione in Libano richiede la nostra piena mobilitazione con i nostri partner nella regione, gli Stati Uniti e gli Stati europei, per porre fine il più rapidamente possibile alle ostilità che minacciano seriamente la stabilità dell’intera regione“, ha aggiunto.

Cambiano le priorità: più tasse e meno spese

Un’altra priorità di Michel Barnier è quella di porre rimedio all’indebitamento delle finanze pubbliche del suo Paese. Il premer ha dichiarato che il suo governo cercherà di ridurre il deficit francese dall’attuale 6 per cento del Prodotto interno lordo al 5 per cento l’anno prossimo e al di sotto del 3 per cento entro il 2029.

Per farlo, ha promesso di tagliare le spese statali, di spendere il denaro in modo più “efficiente” e di combattere l’evasione e le frodi fiscali. “La vera spada di Damocle è il nostro colossale debito”, ha detto. “Se non stiamo attenti, porterà il nostro Paese sull’orlo del precipizio”.

Il primo ministro ha annunciato una tassa “eccezionale”. Si tratta di una patrimoniale che, il Ministro del Bilancio e dei Conti Pubblici Laurent Saint-Martin spiega, si applicherà alle famiglie che guadagnano almeno “500mila euro all’anno”.

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Parlando all’emittente francese France 2 giovedì mattina, il ministro ha calcolato che il numero di famiglie che incorreranno nell’extra spesa equivale allo 0,3 per cento dei contribuenti. Ha anche detto che verrà chiesto uno “sforzo” supplementare alle aziende che generano grossi profitti.

La Francia è sotto pressione da parte dell’esecutivo dell’Unione europea per ridurre il suo debito. Tuttavia, l’aumento delle tasse sarebbe contrario alla filosofia fiscale del presidente francese Emmanuel Macron, che ha sempre tagliato le tasse quando aveva ancora un governo con una chiara maggioranza in parlamento.

Barnier ha anche detto che mira a contenere la spesa, affermando che la Francia ha “molto da fare”, ma “deve fare con poco”.



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