Consigli di lettura

L’editoriale di Marco Travaglio

Consigli di lettura

Da quando il dibattito delle idee è regredito alla clava dei Flintstones e alle curve da stadio, non passa giorno senza che un tifoso della Curva A tenti di impedire a uno della Curva B di fare le stesse cose che fa lui. E in questo continuo ping pong di opposte faziosità la gente è disorientata. Eppure ci sarebbe un testo agile e semplice che in poche parole chiarisce ciò che si può e si deve fare e ciò che non si può e non si deve fare: si chiama Costituzione. Basterebbe darle un’occhiata ogni tanto e a certe zucche vuote si spalancherebbe un mondo. Prendiamo l’ultimo dilemma: è lecito o no manifestare in piazza a favore della Palestina e/o contro Israele? Sì, lo è: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” (art. 21) e “i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi” (art. 17). È lecito vietare una manifestazione pro o contro la Palestina, Israele, Hamas, Hezbollah, l’Ucraina, la Russia, la Corea del Nord o del Sud, il Madagascar, Mussolini, Hitler, Stalin, Pol Pot, Kim Jong-un, i vaccini, i semafori, gli autovelox, i tostapane, la Barbie e Ken? No, non è lecito, quindi la Questura di Roma, il Viminale e il Tar Lazio che hanno vietato la marcia pro-Pal e anti-Israele hanno violato la Costituzione, perché per manifestare pro o contro qualsiasi causa, anche la più orrenda o strampalata, non occorre alcuna autorizzazione preventiva: “Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (art. 17), indipendentemente dai gusti del governo di turno.

E “comprovati” vuol dire comprovati, non inventati o immaginati o sognati in base al gradimento o allo sgradimento per gli slogan che si presume verranno espressi dai manifestanti. Tutto questo, primaDurante e dopo la manifestazione, se qualcuno come ieri commette reati (violenze, minacce, odio razziale, apologie o istigazioni di reato), lo si denuncia o – se previsto dalla legge – lo si arresta. È quasi offensivo dover ricordare simili banalità alla destra che vieta i cortei di sinistra, così come alla sinistra che vuol vietare i cortei di destra: ognuno può manifestare per dire ciò che vuole su ciò che vuole, salvo che commetta un reato. E autorizzare non è né una concessione né una condivisione: è solo applicazione della Costituzione, nata dopo un ventennio nefasto che chiamiamo “dittatura” perché chi comandava decideva chi poteva manifestare (quelli pro) e chi no (quelli contro). Dev’essere per questo che da vent’anni prima le destre, poi il Pd e ora di nuovo le destre tentano di sventrare la Costituzione: perché vieta ciò che vogliono fare e consente ciò che vogliono impedirci di fare.

 

Sorgente ↣ : Consigli di lettura – Il Fatto Quotidiano

 

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