Nadal-Roddick, finale Coppa Davis 2004 – 6-7(6) 6-2 7-6(6) 6-2
Nadal è il numero 51 del mondo, ha 18 anni ed è una bella speranza del tennis mondiale mentre Andy Roddick, il vincitore degli US Open 2003, è un campione affermato: l’americano è fresco di dominio nel primo incontro tra i due, sempre nello Slam newyorkese, in virtù di un netto 6-0 6-3 6-4. A Siviglia, però, si gioca sulla terra e Rafa Nadal gode della spinta dei suoi tifosi. Doveva giocare Moya, ma il potenziale del maiorchino, più fresco e motivato, è la mossa che destabilizza Roddick e il team USA. La difesa del ragazzino disinnesca il servizio dell’avversario e vale la seconda Insalatiera alzata dalla Spagna dopo quella del 2000.
Nadal-Coria, finale Roma 2005 – 6-4 3-6 6-3 4-6 7-6(6)
Inizia sostanzialmente dalla meravigliosa cornice del Foro Italico il dominio sul rosso del tennista maiorchino. Nadal aveva già battuto Guillermo Coria qualche settimana prima in finale a Montecarlo, ma la bellezza della finale di Roma va oltre ogni immaginazione. Il match è un manifesto del tennis su terra, una battaglia di cinque ore e 14 minuti, la finale più lunga mai giocata in un Masters 1000. La sfida è dura e logorante, non si contano gli scambi intensi e interminabili. Sembra tutto fatto per El Mago Coria, avanti 3-0 nel quinto set, ma Nadal rimonta e centra la 17esima vittoria consecutiva, una serie che arriverà a 81 partite vinte (verrà interrotta solo da Federer ad Amburgo). Un mesetto dopo Rafa conquisterà il primo Roland Garros dopo la semifinale con lo svizzero, nel giorno del 19esimo compleanno, e la finale con Mariano Puerta.
Nadal-Federer, finale Roma 2006 – 6-7(0) 7-6(5) 6-4 2-6 7-6(5)
Nell’epilogo degli Internazionali d’Italia, si misurano la miglior versione di Federer della storia e quella già senza rivali di Nadal sulla terra battuta. Il risultato è cinque ore e sei minuti di tennis da tramandare ai posteri. Federer ha 24 anni ed è all’apice delle sue forze. Ha già vinto sette titoli dello Slam. Nadal è nel mezzo di quella incredibile serie di 81 partite vinte di fila sulla terra rossa: è alla ricerca della 53esima. Dopo una serie di ribaltamenti si arriva al momento di non ritorno: Nadal serve sul 5-6 15-40 del quinto set (all’epoca c’erano i Masters Series e le finali erano tre set su cinque). Due match-point per Federer e, sul secondo, il dritto lungolinea dello svizzero esce di poco. Lo avrà rigiocato mille volte nella sua mente perché, al tie-break, avanti 5-3, il basilese si fa rimontare: Nadal, al contrario, non perdona. Finisce 6-7(0) 7-6(5) 6-4 2-6 7-6(5). È una delle tre sfide in cui il vincente fa meno punti del perdente, insieme a Dubai 2006 e agli Australian Open 2009, ma nel tennis non tutti i punti valgono uguale.
Nadal-Federer, finale Wimbledon 2008 – 6-4 6-4 6-7(5) 6-7(8) 9-7
Nelle nostre due prime finali di Wimbledon, tutti, me compreso, davano Federer favorito. Anche nel 2008 sapevo di non esserlo, però pensai per la prima volta di potermela giocare alla pari [Rafael Nadal in Rafa. La mia storia]
. Il 6 luglio 2008 a Wimbledon cambia la storia. Il tempo (quattro ore e 48 minuti) e i numeri (6-4 6-4 6-7 6-7 9-7) sanciscono il più grande trionfo di Nadal, proprio dove Federer era padrone incontrastato da cinque edizioni consecutive, le ultime due contro il suo più grande rivale. Lo svizzero si rifiuta di perdere e, sotto di due set, risale e annulla il secondo match-point nel tie-break del quarto parziale estraendo dal cilindro un passante di rovescio sublime. La partita si decide al quinto set, ma sul calar della sera, dopo la pioggia e una penombra foriera di rivoluzione, è il mancino di Manacor a sdraiarsi sul campo centrale. Sono le 21:15.
Ero al culmine della mia carriera? Questo match, in questo luogo, con questa tensione, le sospensioni, il tramonto, il numero uno contro il numero due, il ritorno di Roger, la mia resistenza e, dopotutto, la mia tenuta mentale sul campo, ossessionato com’ero dalla sconfitta di un anno prima… Sì, è quasi impossibile immaginare che un’altra partita possa essere così intensa di drammi ed emozioni. È stata una felicità immensa [Rafael Nadal]
Nadal-Djokovic, semifinale Olimpiadi Pechino 2008 – 6-4 1-6 6-4
In finale Rafa supererà Fernando Gonzalez, ma la sua prima Olimpiade viene segnata dalla semifinale con Novak Djokovic. Il senso di appartenenza alla propria bandiera lo esalta, in un match che viene deciso nel terzo set da un epilogo indimenticabile. Il colpo sbagliato dal serbo sul match-point per Nadal è emblematico: Rafa gli fa giocare uno smash, Nole non chiude e il maiorchino lo costringe a giocarne un altro. Djokovic sbaglia clamorosamente nel fondamentale che l’ha tradito più volte in carriera, mentre Nadal vince alla sua maniera, facendo giocare all’avversario sempre un colpo in più. Contro Mano de Piedra Gonzalez sarà trionfo e medaglia d’oro.
Nadal-Federer, finale Australian Open 2009 – 7-5 3-6 7-6(3) 3-6 6-2
La semifinale contro Verdasco, una lotta tremenda durata cinque ore e 14 minuti, potrebbe essere un assist per Federer in finale, ma Nadal non conosce la stanchezza. Sono cinque i set che alla lunga premiano il mancino di Manacor per un sorpasso a livello sia fisico che mentale che distrugge psicologicamente lo svizzero, in lacrime durante la premiazione. Sarà il suo primo e fin qui unico sigillo australiano. Dopo il fatidico 2008, lo spagnolo beneficia ormai del complesso d’inferiorità del campione di Basilea che, però, si rialzerà come solo i fuoriclasse sanno fare: vincendo il primo Roland Garros e tornando sul trono di Wimbledon.
Nadal-Djokovic, semifinale Roland Garros 2013 – 6-4 3-6 6-1 6-7(3) 9-7
Djokovic sembra inarrestabile e in tutto il 2013 perderà solo nove volte. Dopo aver appena sconfitto Rafa a Montecarlo, il serbo sente l’odore del sangue e per la prima volta dal 2009 The King of clay si trova con le spalle al muro nella sua Parigi. In una situazione di punteggio quasi disperata – il Djoker avanti 4-3 e servizio nel quinto set e 40 pari – il tennista di Belgrado commette una clamorosa invasione a rete su un colpo senza peso ed entrato per miracolo di Nadal. Una facile volée alta di dritto diventa così l’anticamera del ribaltone certificato dal sedicesimo game. Nella mitica finale degli Australian Open 2012, Rafa aveva fallito un comodo rovescio avanti 4-2 30-15 nel quinto set. La storia si ribalta. Sliding doors.
Inutile aggiungere l’esito della finale contro David Ferrer, per il 12esimo Slam del re della terra battuta. Pochi mesi più tardi arriverà un altro trionfo contro il medesimo avversario con il verdetto di 6-2 3-6 6-4 6-1. Con la ventiduesima vittoria stagionale sulla superficie più dura, Nadal conquista gli US Open per la seconda volta, il 13° titolo Slam e il 60° ATP. Djokovic, che dagli US Open 2011 aveva conquistato 27 dei 28 match giocati sul cemento, si deve arrendere. Quello sarà il quarto torneo vinto su quattro disputati in stagione sul cemento americano e, nella rivalità tra i due, rappresenterà il punto più alto del mancino di Manacor che non avrà più scampo su quella superficie.
Nadal-Thiem, finale Roland Garros 2019 – 6-3 5-7 6-1 6-1
Prendiamo l’ultima finale come simbolo di resilienza e di qualcosa di semplicemente inimmaginabile. A inizio aprile, dopo il recupero dall’infortunio al ginocchio destro patito a Indian Wells, nessuno nel team del numero due del mondo avrebbe scommesso su un altro successo a Parigi:
Tecnicamente era guarito ma era in condizioni fisiche e mentali disastrose: negli occhi non gli vedevo più ardere il fuoco della passione. Se il Roland Garros fosse cominciato il giorno dopo Barcellona, Rafa sarebbe uscito ai primi turni [Carlos Moya]
Nadal-Medvedev, finale US Open 2019 – 7-5 6-3 5-7 4-6 6-4
Siamo al passato più recente. Medvedev, reduce da un’estate aliena sul cemento americano, è una macchina da tennis e dopo uno svantaggio di due set a zero, trova la forza per sfiorare l’impossibile. Nadal, completo e maturo, di fronte ai cambi di ritmo del russo vacilla ma alla fine fa valere la sua forza mentale nel momento decisivo dopo quattro ore e 51 minuti. Nessuno, nel decennio appena terminato, ha vinto gli US Open più volte (quattro) di lui. Il 19esimo Slam è un manifesto: in guerra portatevi sempre Rafa.
Penso che Nadal non sia l’avversario ideale per nessuno, perché trovarsi di fronte un giocatore che non accetta mai l’idea di perdere non è la cosa più semplice e più facile del mondo [Rino Tommasi]
Nadal-Medvedev, finale Australian Open 2022 – 2-6 6-7 6-4 6-4 7-5
Leggenda. Una sola parola per Rafa Nadal, che a 35 anni suonati compie l’impresa più straordinaria della carriera vincendo gli Australian Open 2022. Battuto in finale Daniil Medvedev, numero 2 del seeding, con i parziali di 2-6, 6-7, 6-4, 6-4, 7-5 in cinque ore e 24 minuti di gioco. Rafa aveva già vinto a Melbourne nel 2009. Si tratta della seconda finale Slam più lunga della storia dopo Djokovic-Nadal del 2012 (cinque ore e 53′, sempre in Australia). Rimonta clamorosa per il maiorchino, che a un certo punto si era ritrovato sotto di due set, 2-3 e 0-40. Si tratta della prima rimonta da 0-2 negli Australian Open nell’Era Open.
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