Gestazione per altri: qual è la situazione in Europa rispetto all’Italia?


Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La nuova legge italiana rafforza il divieto della gestazione per altri (gpa), rendendola illegale anche all’estero, ed è più rigida rispetto a quella di altri Paesi: ma anche all’estero gli ostacoli non mancano

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La nuova legge sulla gestazione per altri (gpa) approvata di recente in Italia rafforza le restrizioni in materia, rendendola illegale anche all’estero. La legislazione italiana è più restrittiva rispetto a quella di altri Paesi europei, ma anche all’estero non mancano gli ostacoli per le coppie che vogliono avere un figlio ricorrendo alla gpa.

L’approccio dell’Italia alla maternità surrogata non è nuovo, né unico. Molti Paesi europei vietano del tutto la gpa, mentre altri hanno regole severe sulla cittadinanza, sul pagamento e sullo stato di parentela. Anche altri Paesi europei hanno cercato di limitare i viaggi all’estero.

La Francia – dove la gpa è illegale su tutto il territorio – ha cercato di dissuadere le persone dal viaggiare per ottenere servizi di maternità surrogata rifiutandosi di registrare la paternità di una coppia i cui figli erano nati tramite gpa negli Stati Uniti, ma la decisione è stata annullata dai tribunali europei nel 2014.

La nuova legge italiana, che estende il divieto di maternità surrogata in vigore dal 2004, si spinge però più in là di quelle degli altri Paesi europei. I suoi sostenitori dicono che proteggerà le donne dallo sfruttamento, mentre i critici hanno affermato che avrà un impatto ingiusto sulle coppie dello stesso sesso, in particolare sugli uomini gay.

“Anche se la legge riguarderà tutti, i dibattiti hanno mostrato chiaramente come l’obiettivo sia quello di continuare ad accrescere l’effetto di raffreddamento sulla comunità LGBTI italiana”, ha dichiarato a Euronews Health Katrin Hugendubel, advocacy director di ILGA-Europe.

Questo potrebbe portare a una maggiore stigmatizzazione sociale e all’incertezza giuridica per queste famiglie, ha aggiunto Hugendubel, che ha poi ricordato come l’anno scorso il governo italiano abbia intimato alle regioni di smettere di registrare i figli di genitori dello stesso sesso.

Un portavoce di Fertility Europe, un gruppo di organizzazioni di pazienti, ha avvertito che “la mancanza di una buona regolamentazione o di divieti legali non fa scomparire la necessità di ricorrere alla maternità surrogata, ma spinge i genitori intenzionati a cercare alternative che spesso sono rischiose e sollevano riserve etiche”.

Al di là dell’Italia, però, in tutta Europa esistono restrizioni all’adozione, ai trattamenti di fertilità e alla maternità surrogata per le coppie omosessuali, sempre che le loro relazioni siano legalmente riconosciute. La mappa qui sotto mostra la situazione dei Paesi europei per quanto riguarda le politiche di pianificazione familiare per le persone LGBTQ e le coppie dello stesso sesso.

Secondo un’analisi didi ILGA-Europe le persone LGBTQ possono richiedere legalmente l’adozione congiunta in 23 Paesi, il che significa che due genitori non biologici diventano i genitori legali del bambino. I trattamenti per la fertilità che utilizzano l’inseminazione artificiale sono disponibili per i single in 26 Paesi e per le coppie in 17 Paesi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o dalla loro identità di genere.



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