Italia, Tribunale di Roma non convalida il trattenimento dei migranti in Albania: problema per l’Ue?

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Per i giudici del Tribunale di Roma i richiedenti asilo trasferiti in Albania non sarebbero al sicuro nei Paesi di provenienza, Bangladesh ed Egitto, e devono essere portati in Italia. Esultano le opposizioni, ira del governo Meloni, ma è anche un’indicazione per l’Ue che pensa a hub di rimpatrio

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Il Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gjader dei migranti trasferiti mercoledì in Albania.

I giudici hanno motivato la decisione con il fatto che Bangladesh ed Egitto, i Paesi di provenienza dei primi 16 richiedenti asilo arrivati in Albania (quattro dei quali subito imbarcati per l’Italia perchè minorenni o con problemi di salute) “non sono sicuri” e che dunque i migranti devono essere portati in Italia, pena la violazione delle regole comunitarie.

“Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture e aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera”, si legge nell’ordinanza della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma.

La decisione, prosegue la nota, è stata presa “in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa Amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della Corte di Giustizia europea del 4 ottobre 2024.

Fonti militari hanno confermato a Euronews che i migranti partiranno sabato alla volta dell’Italia su una motovedetta della Guardia costiera e dovrebbero essere portati in un centro per richiedenti asilo.

Nonostante infatti la loro richiesta di asilo sia stata respinta in tempi record, i migranti hanno ancora la possibilità di fare ricorso entro quattordici giorni.

L’accordo Italia-Albania è stato discusso molto come possibile modello Ue per gli altri Stati

I centri di accoglienza e di rimpatrio per i richiedenti asilo, nati grazie a un accordo tra Italia e Albania lo scorso anno, erano subito diventati argomento di discussione a livello europeo, con la presidente della Comissione Ursula von der Leyen (che la prossima settimana sarà in Albania e nei Balcani) e diversi Stati membri, interessati a replicare questo modello di esternalizzazione della gestione delle richieste di asilo e degli eventuali rimpatri.

“Noi l’avevamo detto, non perchè siamo veggenti ma perchè leggiamo le leggi. Mi rivolgo al governo e alla presidente Meloni: fermatevi, tornate indietro come siete costretti a riportare indietro 16 persone ignobilmente deportate in Albania” ha commentato la segretaria del Partito democratico (Pd), all’opposizione, Elly Schlein.

Mentre le opposizioni e le associazioni per i diritti umani attaccano l’esecutivo chiedendo conto di quello che definiscono un fallimento a spese dei contribuenti, i partiti della coalizione al governo accusano la magistratura di essere “politicizzata”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in punto stampa da Beirut, ha definito “pregiudiziale” la decisione dei giudici di Roma, dicendo che è “molto difficile lavorare quando si ha l’opposizione delle istituzioni che dovrebbero aiutarti”.

La premier ha poi annunciato di aver convocato un consiglio dei ministri per lunedì prossimo “per approvare delle norme per superare quest’ostacolo”. “Perché – ha aggiunto Meloni – penso non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo“.

Poche ore prima aveva commentato con toni indignati su X la decisione dei partiti di opposizione di presentare un’interrogazione alla Commissione europea. “Pd, M5s e Avs hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania“.

“Avete capito bene: alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo Governo. Una vergogna che non può passare inosservata” si legge ancora nel post di Meloni.

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