Guerra totale nei 5 Stelle, Conte tra ricatti e minacce pronto a sfrattare Grillo


Vale tutto. Tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, ormai, è guerra aperta. E le minacce si fanno sempre più concrete. Le ultime sono quelle arrivate dal presidente del Movimento 5 Stelle, che tira dritto nella sua battaglia contro il garante. Conte sta valutando, come emerso in una lettera inviata allo stesso Grillo, di sospendere i contratti che legano il fondatore dei 5 Stelle allo stesso Movimento. Proprio il garante ha espresso amarezza e irritazione, sostenendo che i toni di Conte siano “al limite del ricatto”. Il riferimento è alla lunga lettera in cui Conte ha ricordato al fondatore del Movimento i suoi obblighi contrattuali, a partire dalla necessità di contribuire alla comunicazione pentastellata. Grillo, accusando Conte per i suoi toni, lo ha invitato a pubblicare l’intero carteggio. E così la lettera incriminata, inviata dall’ex presidente del Consiglio, è stata pubblicata su alcuni giornali online, a partire dal Corriere della Sera.

Il carteggio tra Conte e Grillo

Il presidente del Movimento 5 Stelle risponde alle parole precedenti di Grillo, parlando di esternazioni “del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento, con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione”. Così Conte dice di essere di fatto costretto a valutare “possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti”.

Conte si riferisce alla manleva sulle cause penali e civili con cui il fondatore si è impegnato a non sollevare contenziosi su nome, simbolo e altre questioni della vita interna del Movimento. Poi c’è un altro punto sottolineato da Conte, che prova a colpire Grillo anche nel portafoglio: parliamo della consulenza da 300mila euro affidata al garante per i progetti di comunicazione a favore dei 5 Stelle. Il punto, secondo Conte, è che gli attacchi di Grillo “stanno accreditando agli occhi dell’opinione pubblica una concezione ‘dominicale’ del Movimento, considerato che una singola persona – per quanto essa sia il meritevole ‘fondatore’ – pretende di comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione”. Peraltro, “contrastando” il principio “democratico e della libera partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”. Secondo Conte, Grillo starebbe invece alimentando un dibattito su “futuri contenziosi legali” e “potenziali scissioni”, che potrebbero danneggiare il Movimento e il processo costituente in corso.

Cinque Stelle nel caos, le questioni non cambiano

La prima parte della lettera è invece più burocratica: Conte usa toni più da legale che da politico per ricordare le varie contestazioni nei confronti del fondatore, soprattutto quando sottolinea che i poteri affidati dallo Statuto a Grillo non permetterebbero allo stesso garante il “diritto di veto” o “l’inibizione della consultazione assembleare”. Il presidente elenca poi una serie di punti dello Statuto, proprio per ricordare le finalità essenziali del Movimento. Parole che hanno lo scopo di ribadire la linea seguita con l’assemblea costituente e rilanciare il tema del futuro del Movimento, che può anche passare attraverso un cambio di nome, simbolo e modifica alla regola dei due mandati.

Temi sottolineati dallo stesso presidente pentastellato, che fa riferimento a tutte le possibili revisioni da parte dell’assemblea, così come al tetto dei due mandati che riguarda il Codice etico e per questo non sarebbe soggetto, ricorda Conte, all’interpretazione di Grillo. Insomma, una lunga difesa per ricordare al garante come – a suo giudizio – non abbia alcun potere di veto sulla consultazione che il presidente dei 5 Stelle ha lanciato.



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